LINE VAUTRIN BRACCIALE RIGIDO
in ottone, realizzato ad ampia fascia, raffigurante tre citazioni del poema "Le Porche du Mystère de la deuxième vertu" di Charles Péguy, così narranti: "La Foi est une Epouse fidèle. La Charité est une Mère. Une mère ardente (...) L'Espérance est une toute petite fille", suddivise da due figure femminili stanti realizzate a rilievo, firmato "Line Vautrin", dim. cm 6x5x3,5 circa, diam. interno cm 5,5, gr. 25
LINE VAUTRIN CUFF BRACELET IN BRASS
LINE VAUTRIN
(Francia 1913 - 1997)
Dopo brevi periodi con la stilista Elsa Schiaparelli e uno studio fotografico parigino, Line Vautrin ha imparato da sola la fusione dei metalli, e andava porta a porta vendendo i suoi gioielli fusi. Nel 1937 affittò uno stand all'Esposizione Internazionale di Parigi che le attirò una clientela sufficiente per aprire un negozio in Rue de Berri. Vautrin iniziò producendo gioielli, cinture, portacipria e bottoni: all'epoca, il termine per la sua linea di lavoro era parurière (colei che produce e vende accessori di moda).
Trovò il suo stile inconfondibile, sviluppando un materiale conosciuto come "talosel", che comprende strati di acetato di cellulosa scavati con intarsi in vetro colorato a specchio. Questo nuovo materiale le ha permesso di espandere il suo repertorio includendo oggetti più grandi come gli specchi per i quali è oggi più conosciuta. I suoi oggetti creati in talosel sono unici per stile e realizzazione: disegni moderni originali ed esuberanti che rievocano il gusto di antiche reliquie consumate dal tempo.
After brief stints with the couturier Elsa Schiaparelli and a Parisian photography firm, Line Vautrin taught herself metal foundry, and went door-to-door selling her cast jewelry. In 1937 she rented a stand at the Paris International Exposition that attracted enough clientele for her to open a shop in the Rue de Berri. Vautrin started out making jewelry, belts, powder compacts and buttons: At the time, the term for her line of work was parurière (one who makes and sells fashion accessories).
She hit on her signature style, developing a material she coined "talosel", which comprised layers of cellulose acetate that she carved, molded and encrusted with colored mirrored glass. This new material enabled her to expand her repertoire to include larger objects such as the mirrors for which she is best known today. The objects that she created in talosel are unlike any others — original, exuberant modern designs that carry the aura of ancient, time-worn relics.