Scuola Fiamminga, sec. XVI-XVII
MERCATO DI FRUTTA
MERCATO DEL PESCE
coppia di olii su tela, cm 159x230
Flemish school, 16th-17th century
FRUIT MARKET
FISH MARKET
oil on canvas, cm 159x230, a pair
Il primo recante etichetta sul telaio “Marchands de légumes/BEUCKELAIR/N. 52/EXPOSITION FLAMANDE/1961
Referenze fotografiche
Fototeca Federico Zeri, scheda 89564 (Mercato del pesce)
Attribuiti alla bottega cremonese di Vincenzo Campi nella raccolta di provenienza, i dipinti qui presentati devono essere piuttosto ricondotti a quella di Joachim Bueckelaer (circa 1530-circa 1570) attivo ad Anversa nel terzo quarto del Cinquecento o, più verosimilmente, all’attività di un suo seguace immediato.
A Bueckelaer li attribuiva infatti un’etichetta al retro di entrambe le tele, probabilmente da riferire a un’esposizione di cui, al momento, non è stato possibile rinvenire dettagli e, in modo più significativo, l’annotazione autografa di Federico Zeri al retro della fotografia della seconda tela qui offerta.
Sono infatti numerosi, soprattutto in quest’ultima, i motivi di confronto iconografici e compositivi con le opere documentate del pittore fiammingo, in particolare con le tele ora nel Museo di Capodimonte, dalla collezione Farnese: si veda a questo proposito il Mercato del pesce (inv. Q 163) simile al nostro anche per dimensioni, siglato e datato del 1570, che ne anticipa la scansione in due parti caratterizzate, rispettivamente, dal tavolo ingombro di salmoni interi e a tranci, e da un barile pieno d’acqua alla cui superficie galleggiano pesci di specie diverse.
Anche le arcate che sullo sfondo della tela a Capodimonte scandiscono in più segmenti il paesaggio urbano trovano riscontro nel nostro dipinto, dove inquadrano splendidi brani paesistici e architetture di evidente gusto nordico.
Assenti in questa tela come nel Mercato di frutta che, come nelle tele farnesiane ora a Capodimonte, accompagna la pescheria, le scene neotestamentarie a piccole figure che, alla nascita del genere, accompagnavano sullo sfondo le nature morte in primo piano.
Questo dato suggerisce una data relativamente avanzata per i nostri dipinti, eseguiti quando il genere della natura morta, ormai generalmente accettato, non richiedeva i pretesti narrativi che ne avevano segnato i precedenti, nelle Fiandre come in Italia.
Più aneddotico è invece il gusto delle figure che, nel nostro caso, accompagnano le esposizioni di verdure e di pesce, e comunque più morbida è la loro definizione, tanto da far pensare a una mano diversa nell’ambito della bottega di Joachim Bueckelaer, se non in una bottega diversa e di poco più più tarda.