Scipione Compagno
(Napoli? circa 1610 – attivo a Napoli nel quinto decennio del XVII secolo)
MOSÈ FA SCATURIRE L’ACQUA DALLA ROCCIA
olio su tela, cm 52,5x79
firmato e datato “SCompagno. F./1640” in basso a destra
MOSES STRIKING THE ROCK
oil on canvas, cm 52,5x79
signed and dated “SCompagno. F./1640” lower right
Il dipinto qui presentato si lega anche sotto il profilo tematico a una serie di scene vetero-testamentarie - scelte per lo più dal racconto dell’Esodo, che ben si prestava alla costruzione di ampie scene gremite di piccole figure - per la maggior parte datate degli anni Quaranta, gli unici in cui Scipione Compagno appare documentato con qualche certezza.
I maggiori punti di contatto della sua produzione vanno ricercati, come ha da tempo precisato Maria Rosaria Nappi, in quella di pittori italiani e fiamminghi che a Napoli gravitavano nella cerchia di Swanenburgh e di François de Nomé, e in primo luogo con le opere di Cornelio Brusco – artista per certi versi misterioso – nel cui catalogo sono confluite analoghe scene un tempo riferite da Roberto Longhi a Filippo Napoletano nella sua prima ricostruzione di un artista ora conosciuto su altre e più fondate premesse.