Artista toscano, sec. XV
CROCIFISSO
tempera su tavola, cm 220x163
Tuscan artist, 15th century
CRUCIFIX
tempera on panel, cm 220x163
Provenienza
Fiesole, Castello di Vincigliata
Roma, asta Christie's 12 novembre 1974, lotto 233
collezione privata
Referenze fotografiche
Fondazione Federico Zeri, scheda 14398 (come anonimo fiorentino, sec. XV)
Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali con decreto del 22 marzo 1978, n. 13.613.
The Italian Soprintendenza considers this lot to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.
La croce dipinta rappresenta Gesù gravato dal dolore, nell’iconografia diffusa del patiens ed è completa delle tabelle alle estremità del braccio orizzontale nelle quali sono raffigurati la Madonna e san Giovanni evangelista dolenti e di quella alla sommità del braccio verticale con il titulus crucis, sormontato da un tondo contenente l’immagine simbolica alludente al sacrificio del Redentore, il pellicano che nutre i suoi figli con il proprio sangue. Mancante invece l’ulteriore piccola tabella in basso, sostituita e pertanto priva di decorazione pittorica.
Per alcuni aspetti tipologici, l’esemplare offerto fa riferimento ancora al modello di croce diffusa a Firenze nella prima metà del Trecento in quanto, a partire dalla seconda metà, si iniziò a sagomare le croci seguendo il profilo del corpo di Cristo, eliminando le tabelle laterali, per restituire maggiore realismo.
La ben percepibile apertura verso modelli artistici fiorentini verso la metà del XV secolo, che si riscontra nell’attenzione ai valori plastici e nel costruire tessiture cromatiche chiare soprattutto degli incarnati, permette di riconoscere nell’artefice un artista fiorentino quattrocentesco - opinione già di Federico Zeri - formatosi e al lavoro probabilmente in una bottega artistica dove la variegata produzione di pale e icone d’altare, paliotti, immagini destinate alla devozione domestica e cassoni si avvaleva ancora di tipologie e stilemi legati alla tradizione pittorica del secolo precedente, lambita però dalle novità introdotte da Filippo Lippi (Firenze, 1406 – Spoleto,1469). Attive in tal senso le fiorenti e ben avviate officine di Neri di Bicci (Firenze, 1418/1420 – Firenze, 1492) e Domenico di Francesco, detto Michelino (Firenze 1417 ca. - 1491).