L'opera è accompagnata dell'expertise a cura di Giancarlo Sestieri, 4 novembre 2020, Roma.La scena è ambientata sotto un portico con colonne binate dai capitelli compositi, sotto cui è allestito il banchetto, dinanzi al quale Salomè aveva danzato entusiasmando il tetrarca Erode - compare sulla destra sotto un ampio tendaggio- che impulsivamente promise alla giovane che le avrebbe accordato qualunque favore avesse chiesto. Questo su istigazione della madre Erodiade fu la testa di Giovanni Battista sopra un piatto. Il suddetto porticato si affaccia su un ampio cortile con sulla sinistra lo scorcio di un imponente palazzo e sullo sfondo una rocca turrita.Passando a un'analisi stilistica e pittorica del dipinto, che offre salienti cifre tipologiche di peculiare inventiva, si può rilevare una piattaforma di base di chiara matrice nordica, innervata però da strette confluenze con la pittura italiana tardo barocca, con particolari tangenze con l'ambito veneto della seconda metà del Seicento, non escludendo pure un'attenzione per il Veronese. Sulla base di tali riscontri ho indirizzato una ricerca su scuole di stampo tedesco piuttosto che fiammingo, trovando una corrispondente risposta, ossia combaciante con le succitate peculiarità stilistiche e tipologiche, in Johann Heiss (Memmingen 1640-Augsburg 1704). Esaminando il suo folto catalogo, tra l'altro in continua crescita dopo la monografia di P. Kongfeld (Der Maler Johann Heiss, Munich 2001), per la comparsa nelle aste internazionali di numerosi suoi quadri, spesso firmati, tra cui eccezionale il gruppo - una vera e propria sua qualitativa ''antologia'' - esitato alla Sotheby's di Londra nel dicembre del 2003, nn.123-128, ho trovato esaurienti e convincenti rispondenze sia sul piano figurativo che pittorico.Heiss fu uno specialista di scene ricche di personaggi, per lo più sacre in quanto assai richieste dalla ricca classe borghese protestante di Augusta, dove egli, della medesima fede religiosa, si era trasferito nel 1670. Basilare per il giovane Johann fu, dopo la breve prima educazione in patria, la maturazione che egli esplicò nello studio di Johann Heinrich Schonfeld, del quale divenne il pupillo. Il suo fervido successo fu anche favorito dall'avere inizialmente lavorato per il Duca protestante Eberhard VIII di Wurttenberg, e quindi dall'essersi strettamente associato con la Kunstakademie locale.Nell' ultima fase egli assimilò proficuamente pure dai maestri francesi del Seicento, e probabilmente come prima accennato, anche dai cosiddetti ''tenebrosi'' veneti, quali il Molinari, il Negri e il Loth. La sua personalità e la sua intensa attività che comprende anche diverse pale d'altare per chiese dell'alta Svevia, ebbe modo di esprimersi forse con più piena e spontanea partecipazione nei soggetti allegorici, esplicati spesso con complesse composizioni ( vedi la ''Allegoria dell'arte e del Commercio'') con la presenza di Mercurio e Apollo, e la ''Allegoria del Tempo'' con in alto nel cielo Apollo e Diana su un carro celeste) e soprattutto mitologici. Tra i quali figura forse il suo capolavoro ''Vulcano sorprende Marte e Venere dinanzi a un'assemblea degli dei'', venduto alla Sotheby's di New York (31.01.2013, n. 74) per un prezzo record dell'artista.Ma significativi per raffronti con il ''nostro'' dipinto, dal soggetto assai singolare, sono anche il ''Marte e Venere'' nella loro alcova allietati da amorini e un'ancella, e la ''Festa di Belshazzar''. Ne vanno dimenticati i soggetti storici con alcune delle sue prove più convincenti, quali ''Incontro di Antonio e Cleopatra'', in cui vi sono chiare riprese dal Veronese, e la ''Continenza di Scipione''.
Asta 387 | ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO - DAL RINASCIMENTO AL SIMBOLISMO: OPERE DA COLLEZIONI ITALIANE Tradizionale
mar 13 DICEMBRE - mer 14 DICEMBRE 2022