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Arte antica, moderna e contemporanea

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FREDERICK DE WIT

Nova Totius Terrarum Orbis Tabula.

 Amsterdam: Gedrukt t' Amsterdam by FREDERICK DE WIT, In de Calverstraet by den Dam Inde Witte Pascaart [1660-1663].

Incisione in rame. mm 1485x1950. Prima edizione pubblicata ad Amsterdam nel 1660, o poco oltre, del planisfero realizzato da Frederick de Wit e basato interamente sulla mappa del mondo in 21 tavole di Joan Blaeu edita nel 1648. La carta, composta da dodici tavole accostate e applicate su tela, raffigura un mappamondo in due emisferi. Nella parte superiore, all'interno di cartiglio a fregio, il titolo a lettere capitali. Al di sotto, tra i due emisferi terrestri, è rappresentata la cosmologia copernicana, caratterizzata dal sistema eliocentrico con al centro dell'Universo il Sole, intorno al quale ruotano i pianeti: sono rappresentate con le rispettive divinità sui loro carri, le orbite circolari di Mercurio, Venere, Terra (sulla cui orbita insiste quella della Luna), Marte, Giove e Saturno. Agli angoli della carta le quattro parti del mondo, identificate con una coppia nel costume caratteristico del proprio continente, sullo sfondo di scene di caccia agli animali tipici dei luoghi: sulla sinistra in alto l'Europa, in basso l'America; sulla destra, in alto, l'Asia, all'angolo inferiore l'Africa. In basso al centro, sotto i due emisferi terrestri, sono raffigurati lo stemma e il busto di tre quarti del principe Johann Maurits di Nassau-Siegen, affiancato da Minerva ed Ercole. Sotto il ritratto, all'interno del plinto, una legenda con la dedica di de Wit al principe. Più in basso, si trovano due piccoli emisferi celesti figuranti le dodici costellazioni dello zodiaco, al di sotto di essi l'indirizzo dell'editore-stampatore. Ai lati ancora due emisferi celesti con a sinistra il sistema planetario di Tycho Brahe (sistema eliocentrico copernicano) e a destra il sistema geocentrico tolemaico. A fianco alcuni putti reggono festoni carichi di frutta. Il mappamondo è suddiviso in due emisferi del diametro di 970 mm ciascuno. I meridiani e i paralleli sono tracciati di dieci gradi in dieci gradi. I cerchi graduati recano dieci tratti di mm 8 corrispondenti ciascuno a un grado. Le cifre indicanti la latitudine sono segnate di 10° in 10° e sono segnate sul parallelo di 0° a Equatore (Linea Aequinoctialis) ben evidente al centro. Il meridiano fondamentale è quello passante per l'Islanda, Madera, le isole Canarie e Capo Verde. La fascia esterna dell'emisfero occidentale comprende nella metà occidentale l'indicazione delle zone climatiche (zona frigida, zona temperata, zona torrida, zona temperata, zona frigida), e nella metà orientale, partendo dall'alto verso destra, la "Quantitas Maximi Diei" e dal basso al centro verso destra, la "Quantitas Maximi Noctis". La fascia esterna dell'emisfero orientale comprende, nella metà orientale, l'indicazione delle zone climatiche nella stessa sequenza, nella metà occidentale, dall'alto verso il basso l'indicazione "Novem Climata Borealia" e da basso in alto "Novem Climata Australia". Nell'emisfero occidentale si trovano nei Mari sei rose dei venti di 32 venti ciascuna (i disegni recano sedici indici), di cui una sotto Terranova senza il caratteristico disegno e una disegnata a metà. Nei Mari dell’emisfero orientale si trovano quattro rose dei Venti di 32 venti, di cui due non disegnate una con il disegno intero e una a metà. Nei Mari le linee dei venti intersecano il reticolo geografico dei meridiani e paralleli. Nella parte Occidentale, lungo la costa del Pacifico, l'America settentrionale è delineata soltanto sino alla California, che appare come un'isola. Nella parte centro-settentrionale si trovano le due Baie di Hudson e di Baffin e a destra di quest'ultima, saldata al continente americano, parte della Groenlandia. Nell'estremo Ovest appaiono da Nord a Sud l'isola di Hokkaido (Yedso), un piccolo tratto della Costa Giapponese, le isole Marianne (Islas de las Velas alias Ladrons), le Molucche (Arcipelago de S. Lazaro) e alcune isole a sud dell'Equatore. All'estremo est l'Arcipelago delle Azzorre (Acores Insulae alias Flandricae), di fronte alle coste brasiliane l'isola di Trinidade (Ascention) e infine un tratto di costa della Nuova Zelanda (Zelandia Nova). Nella parte inferiore dell'emisfero occidentale, all'interno di un cartiglio decorato, è disegnata una figura geometrica, con indicato "Distantiae locorum mensurandae modus"ovvero il metodo per il calcolo delle distanze tra i luoghi. L'emisfero orientale comprende l'Europa, l'Asia, l'Africa e, non completamente delineata, l'Australia (Hollandia nova). A nord appaiono le isole Spitzbergen (Spitzberghe), Islanda (Yslandia) tagliata dal Circolo Polare Artico e parte della Groenlandia, all'estremo Ovest un gruppo di isole, tra le quali le Isole del Capo Verde (Insulae de Capo Verde olim Hesperides). All'estremo Est appaiono quasi per intero il Giappone, ancora le Isole Marianne e le Molucche, a Sud dell'Europa la Nuova Guinea (Nova Guinea) che appare non completamente delineata ma staccata dall'Australia (Hollandia Nova), di cui è rappresentata solo una parte. Infine in basso, isolata, una parte del territorio Antartico. I mari sono riccamente popolati con vascelli a due e tre alberi con le vele spiegate, mentre altri si presentano raggruppati e impegnati in combattimento. Nell'emisfero orientale, a Est, nell'Oceano Pacifico (Oceanus Chinensis) si notano due imbarcazioni di foggia orientale. All'interno dell'America Meridionale si trovano raffigurate alcune scene di vita in un villaggio e una battaglia fra tribù indigene. Il grande margine inferiore è tripartito e ospita da sinistra una "Brevis Elucidatio/ORBIS TERRARUM/In sex partes divisi: Cum partium singularum Enarratione" in latino, ripetuta nelle altre due sezioni prima in francese e poi in olandese, ciascuna con alla fine il recapito de De Wit. La prima versione della carta del mondo recante l'indirizzo di Frederick de Wit venne stampata ad Amsterdam nel 1660 e raffigurava i due emisferi su singolo foglio. Nello stesso anno, o poco dopo, la stamperia de Wit realizzò il presente mappamondo murale, stavolta in dodici fogli, che ebbe funzione di modello per le versioni successive, riassumibili come segue: 1) La prima edizione, nel pennacchio in basso tra i due emisferi, reca la dedica al principe Johan Maurits van Nassau-Siegen (Dillenburg, 1604 - Kleve, 1679) dal 1648 governatore di Kleve, Mark e Ravensberg. Non compare datazione ma solo il nome e l'indirizzo dell'editore. La dedica è iscritta nel plinto che sostiene il busto del principe, al di sopra del quale è posto il suo blasone. La mappa del mondo di de Wit, è basata interamente sulla carta del 1648 in 21 fogli di Joan Blaeu, che venne presa come modello per le mappe del mondo del mezzo secolo seguente e fu essa stessa oggetto di varie riedizioni. Attorno al 1665-1666 de Wit rieditò la carta del Blaeu con il titolo Nova totius terrarum orbis tabula emendata a F. de Wit (ne rappresenta il terzo stato), riconoscibile per il ritratto di Luigi XIV di Francia, da non confondere con il mappamondo in 12 fogli dal titolo simile interamente realizzato e pubblicato da de Wit. Due versioni molto vicine alla presente carta in 12 fogli di de Wit furono realizzate in Italia: 2) La prima, pubblicata da Giovanni Giacomo de' Rossi a Roma durante Giubileo del 1675, fu dedicata a Cristina di Svezia (1626-1689) che si era convertita al cattolicesimo ed era arrivata a Roma per partecipare alle celebrazioni dell'anno santo. Questa versione romana è simile al nostro primo stato edito ad Amsterdam ma venne incisa su nuove lastre e presenta tra le principali differenze, una raffinata cornice decorativa, un pannello in basso con il nome del primo editore de Wit, il nome di de' Rossi, il nome dell'incisore Giorgio Widman e la data 1675. Nel pennacchio tra i due emisferi il busto del principe Maurits è stato sostituito con quello della regina Cristina, così come la dedica. 3) La seconda venne pubblicata a Bologna ed è esemplificata su quella del de' Rossi. Nel pennacchio in basso il busto di Cristina di Svezia è stato sostituito con una sfera armillare, sul basamento in luogo della dedica si legge ora un'iscrizione dove compaiono il nome del primo editore de Wit, il nome di Giuseppe Longhi che curò questa revisione aggiornata e la stampa, il nome dell'incisore Carlo Scotti. Il pannello a fregio adiacente al margine inferiore adesso è bianco. Anche questa versione si presenta senza una data esplicitata ma essendo palesemente derivazione da quella del de' Rossi, è certamente da far risalire a dopo il 1675, plausibile una datazione attorno al 1680. 4) Da menzionare anche un ultimo stato della mappa con dedica all'imperatore Giuseppe I (1690-1711) dove la sfera armillare dell'edizione bolognese è stata sostituita con il busto del sovrano, e databile all'arco di tempo 1705-1711. Di questa prima edizione della mappa del De Wit si conosce al momento un unico altro esemplare presso le raccolte dell'Università di Amsterdam (inv. OTM: HB-KZL W.X. 001 / https://www.uvaerfgoed.nl/beeldbank/xview?identifier=hdl:11245/3.1083#page/0). Il presente esemplare proviene da collezione privata dove è pervenuta tramite il ramo olandese (Utrecht) della famiglia. BIBLIOGRAFIA: CESARI M., New Evidence for the Date of Five Rare Dutch-Italian Wall Maps: F. de Wit's World Map and W. J. Blaeu's Four Continents, Imago Mundi, Vol. 64, No. 1 (2012), pp. 41-59. SHIRLEY RODNEY W, The Mapping of the World: Early Printed World Maps 1472-1700, London 1987, n. 422. LISTER R., Old maps and globes : with a list of cartographers, engravers, publishers and printers concerned with printed maps and globes from c 1500 to c 1979, London 1979, pp. 147-163. BAGROW L., History of cartography, revised and enlarged by R. Skelton, Cambridge 1966, pp. 27-50.



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mar 29 NOVEMBRE - gio 1 DICEMBRE 2022
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