Manifattura umbra, 1740/1780 circa
MONDO NUOVO O SCATOLA MAGICA
struttura architettonica in legno di noce e vetro simulante un elegante palazzo a tre piani coronato da un “lanternino” con orologio, completa di dieci stampe acquerellate e quattro cornici di bordura montate su telaio. Le stampe sono settecentesche e coeve alla lanterna, realizzate su cartoncini di buona grammatura, e presentano fori per il passaggio della luce. I soggetti rappresentati, in voga nelle proiezioni, raffigurano vedute, grandi piazze con architetture urbane, paesaggi con piccoli personaggi. Essenziali per la proiezione, erano custodite in un vano chiuso da due ante posto nel retro dell’elegante stipo ligneo; cm 225x84x70
Provenienza
Perugia, Palazzo Friggeri, Collezione Contessa Maria Rizzoli Friggeri;
Modena, Collezione privata
Bibliografia di confronto
C.A. Minici Zotti (a cura di), Il Mondo Nuovo. Le meraviglie della visione dal '700 alla nascita del Cinema, Milano 1988;
C.A. Minici Zotti, Magiche visioni prima del Cinema. La Collezione Minici Zotti, Padova 2001;
S. Bernardi, L'avventura del cinematografo, Venezia 2007
Referenze Fotografiche
Catalogo generale dei Beni culturali cod. 1000219483
Opera dichiarata di interesse culturale dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, con decreto del 17/02/1978.
The Italian Soprintendenza considers this lot to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.
ELENCO DELLE STAMPE ACQUERELLATE
Cristopher Wren, Una via di Londra con il memoriale del grande incendio del 1666
Circa 1760, Prospectus Majoris deambulatorii hortii/ Vauxhall ab Introitu// 24e VUE D’OPTIQUE/ Representant// La Vue de la Grand Allée du Jardin de/ Vauxhall prose de l’Entrée
Stampa tedesca, La Piazza di San Marco a Venezia, circa 1770, incisione di Johann Jakob Stelzer
La piazza di Rennes
Stampa francese del ‘700, La Biblioteca del Vaticano a Roma
Stampa francese datata 1761-1780, Prospectus Pontis Rivoalti et Carcerum Venetiarum
Circa 1770, Interieur de l’Abbaye de Westminster
Parigi, circa 1770, VUE DE SEVILLE
Circa 1770, Rara veduta ottica di Corso Po in Torino
Circa 1760, Prospectus Caesarei Palatii in Suburbio/ vulgo Favorita
La grande opera lignea di manifattura perugina settecentesca costituisce un rarissimo esemplare di Mondo nuovo, camera prospettica-cinetica per la lettura successiva di stampe o disegni attraverso tre oculari con lenti sul fronte, e pertanto uno dei primi esempi di strumento ottico di tal genere.
Strutturata in forme architettoniche simulanti un palazzo di tre piani, l’opera è inoltre coronata da un lanternino con orologio e si struttura su di una base - architettonica anch’essa - con doppia scalinata a balaustra sulla quale poggia l’elegante stipo ligneo centrale, dove avveniva la proiezione.
Il corpo di quest‘ultimo si presenta articolato su tre ordini, il primo dalla veranda conduce al portone centrale affiancato da tre eleganti finestre sormontate da frontoni di linea spezzata; il piano nobile, in cui sopra le tre finestre, arricchite da eleganti fregi a volute, si trovano i tre oculari; infine un terzo livello con balaustra ed elementi sferici che corrono lungo l’intero perimetro coronato da orologio impreziosito da lanternino apicale.
All’interno del vano chiuso da due ante posteriori, un meccanismo di carrucole e spaghi permette di presentare alla lettura più disegni successivamente, servendosi della luce fornita da tre candelieri per parte.
Il manufatto è inoltre dotato di dieci stampe acquarellate coeve, alcune su telaio originale, conservate insieme a quattro cornici di bordura; si tratta di disegni di carattere architettonico, vedute e rappresentazioni di alcune importanti vie, piazze e città italiane ed europee: Ponte di Rialto e Piazza San marco a Venezia, una piazza della città francese di Rennes, via Siviglia a Parigi, una via londinese con il memoriale dell’incendio del 1666, le vedute d’interno dell’abbazia di Westminster e della Biblioteca Vaticana, via del Po a Torino e uno scorcio del Palais de César a Vienna.
Quest’opera, proprietà della Contessa Maria Rizzoli Friggeri di Perugia, è pertanto uno straordinario prodotto dell’arte perugina del sec. XVIII, ed è legato non solo alla storia di Palazzo Friggeri, opera del 1730 di B. Lorenzini di grande bellezza ed eleganza in Piazza del Duomo di Perugia, ma anche allo sviluppo delle arti e delle scienze tout court.
Rare sono le testimonianze storiche del Mondo Nuovo, ma possiamo ammirarne uno splendido esemplare appartenuto alla famiglia Dolfin al Museo del Precinema - Collezione Minici Zotti (Padova) ed anche vederlo rappresentato in un gruppo settecentesco in porcellana di manifattura Frankenthal.
Nato come strumento ottico di intrattenimento, il Mondo nuovo rappresentava l’apparecchio di più grande diffusione tra il XVIII e il XIX secolo che, insieme alla Lanterna magica, costituisce il diretto antenato della macchina cinematografica.
Entrambi i dispositivi ottici avevano infatti come scopo la proiezione di immagini. La Lanterna magica era dotata di un semplice meccanismo che consentiva di proiettare in una stanza buia immagini dipinte su lastre di vetro, attraverso la luce di una candela posta al suo interno e filtrata da una lente. L’invenzione, attribuita ad opera di studiosi nel Seicento, come al gesuita tedesco Athanasius Kircher – che in Ars Magna Lucis et Umbrae ne descrive il funzionamento – venne poi realizzata dal fisico e astronomo olandese Christiaan Huygens nel 1659 e dall’italiano Matteo Campani nel 1678.
Simile al funzionamento della Lanterna magica, ma concepito all’inverso, il Mondo nuovo era uno strumento che prevedeva la visione delle immagini luminose al proprio interno. In origine rudimentale visore in legno, sorretto da un treppiede, si sviluppa successivamente in “scatole magiche” di maggiori dimensioni e, come dimostra il nostro esemplare, impreziosito da apparati architettonici.
Il dispositivo permetteva di osservare all’interno della cassa, mediante uno o più oculari dotati di lenti convesse, delle opere su carta, dipinte e colorate a mano, arricchite da trasparenze e particolari intagliati che, retro-illuminati, davano sfoggio a vedute ottiche di particolare impatto visivo. Il fascio di luce, colpendo l’immagine, le sue trasparenze e i dettagli di varie tonalità di colori, la proiettava ingrandita su uno schermo bianco posto all’interno della scatola; questo meccanismo, già di per sé originale poteva creare effetti ancora più suggestivi grazie all’uso di corde e quinte prospettiche, permettendo una visione realistica e dinamica delle immagini.
Rispetto alla Lanterna magica il mondo nuovo poteva essere utilizzato di giorno e all’aperto; proprio per questo motivo veniva impiegato durante le feste, nelle piazze, come attrazione a pagamento, destando grande attenzione e curiosità. Le immagini osservate raccontavano scene e episodi di puro intrattenimento, per accattivare l’attenzione di ogni genere di pubblico, grazie anche alla ricerca di effetti tridimensionali, ma potevano avere anche uno scopo didattico. È il caso in particolare del mondo nuovo, il quale veniva sempre più spesso utilizzato, attraverso la narrazione per immagini, a scopo divulgativo, per raccontare eventi di vita reale, come ad esempio gli avvenimenti della Rivoluzione francese oppure per illustrare immagini di alcune delle piazze e dei luoghi più famosi del mondo, fra cui il mondo nuovo, ovvero l’America, da cui probabilmente prende il nome.