Maschera di grande espressività caratterizzata da occhi a nacchera e corna, naso, gote e bocca prominenti come nello stile tipico dei Guere/We della Costa d'Avorio. La bocca è corredata da denti in metallo e la presenza di chiodi sotto occhi, gote e tutto intorno al perimetro del viso, ci suggeriscono che questa maschera è stata ''vestira'' con tessuti, fibre, peli ed ogni altro materiale che contribuisse ad accrescere il suo potere espressivo e contemporaneamente ad intimorire l'osservatore.Una delle due strette fessure che permettevano al danzatore di vedere è stata volontariamente allargata '' in situ'' e rinforzata al retro per permettere una piu ampia visione. A giudicare dai pochi strati di vernice applicata c'è da supporre che questa maschera sia stata poco utilizzata durante i riti, forse proprio per il problema di ''visibilità'' ed è pertanto da considerarsi giovane, ma la qualità dell'intaglio e la disposizione dei volumi del volto è notevole ( resta grezza solo nel bordo dove da ''vestita'' era ricoperta dai tessuti). La patina nera è stata arricchita e contrastata dal caolino ( ne rimangono tracce) e da poco prezioso pigmento blu.Belle anche al retro, le due etichette quasi oramai illegibili della collezione Raffaele Carrieri che aggiungono storia e fascino a questa ennesima testimonianza della genialità creativa dell'arte africana.