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Maschera a casco.Legno duro a patina nera, chiodi.Mancanze, difetti, restauri e [..]
Anticamente le donne anziane dei Mende utilizzavano maschere come questa, durante i riti di passaggio all'etā adulta chiamati Bundu, per spiegare alle bambine il comportamento da tenere circa le varie faccende domestiche che da lė a poco avrebbero interessato le loro vite e famiglie. Spiegavano loro come amministrare il denaro, tenere una casa, rispettare il marito ecc.. Insegnavano alle piccole donne le regole sociali non solo verbalmente, ma anche visivamente tramite quattro tratti estetici comuni a tutte le maschere usate nei riti Bundu: primo, i capelli devono essere sempre ben acconciati, solo le pazze vanno in giro spettinate. Secondo, la fronte ampia denota intelligenza ed apertura mentale. Terzo i rotolini di grasso sul collo rappresentano bellezza, prosperitā, benessere e ricchezza.. Quarto ed ultimo: tenere sempre la bocca chiusa. Questi quattro insegnamenti si ritrovano sempre espressi visivamente in ogni singola maschera dei Mende e dei loro vicini e questa qui riprodotta, esprime questi concetti concretamente in una squisita armonia di elaborate forme e canoni estetici realizzati magistralmente.Utilizzata in molti riti, data la spessa coloritura applicata e rinfrescata ad ogni singola cerimonia, questa splendida maschera era originariamente caratterizzata da un acconciatura ancora pių complessa ed elaborata (da notare su fronte e retro i due gris gisi islamici), ma menomata dal tempo e dall'usura, č stata riparata '' in situ'' con un piattello inciso nella parte sommitale, a sua volta danneggiato.Molte parole possono essere spese per descrivere l'autenticitā ed antichitā di questa maschera, ma nessuna puō riuscire a convincere quanto un dato fisico oggettivo. Questa maschera in legno duro e con quattro chiodi utilizzati per il restauro, pesa oggi solo 610 grammi.In allegato presentiamo una fotografia realizzata da Tiziano Ortolani a Reims, Francia e commissionata da Rene Druart per essere utilizzata nel progetto di catalogazione della propria collezione di arte africana.