140x92 5 bassorilievo in bronzo a cera persa es. III/VI Opera siglata e numerata in basso a destra; sul bordo esterno destro in basso è presente un quadratino in bronzo recante impronta digitale di Francesco Casorati Autentica su fotografia di Francesco Casorati rilasciata a Torino il 22/12/03 e registrata con il numero 1167 Archivio Francesco Casorati Torino. Bib.: - Catalogo generale delle opere di Felice Casorati vol. III n. 36SC. pag. 69 pubblicata b/n tavola fuori testo. Allegata all'opera dichiarazione manoscritta del Professor Francesco Poli: Torino 25/1/22/ In relazione alla scheda n. 36 sc del catalogo/ generale delle opere di Felice Casorati volume III si precisa quanto segue: i bassorilievi in bronzo/ tiratura postuma sono in sei esemplari/ segnati in numeri romani e non come/ erroneamente indicato sulle schede in numeri/ arabi./ Le dimensioni indicate nelle schede fanno/ riferimento a quello del gesso originale/ da cui sono tratte le opere in bronzo e/ quindi sono leggermente più piccole/ Francesco Poli. Provenienza: opera acquistata direttamente da Lazzarini Arte & Antiquariato Torino. I bassorilievi del teatro Gualino Fu un atto di coraggio quello di concedere carta bianca a un pittore perché facesse dell'architettura. Io speravo che appunto perché immune dalle regole della tradizione Casorati avrebbe risolto in modo originale il problema. La mia aspettativa non andò delusa. La sala è rettangolare di colore grigio; il soffitto semplice a sagome angolari. Una fascia di circa un metro di altezza fra pareti e soffitto avente una serie di bassorilievi illuminati da luce nascosta è la nota decorativa dell'ambiente e in pari tempo l'unica sorgente luminosa. Cento seggioloni di legno nero lucido con cuscini grigi salgono a scalinata; il velario è di panno grigio filettato di rosso; ai lati del boccascena due piedistalli scarlatti sostengono due statue grigie del Casorati. Il pavimento nero completa l'armonia in grigio-nero-rosso. Il teatrino comunicava colla mia abitazione che presentava grande interesse per la collezione di oggetti d'arte disposta ogni anno in modo differente. Unica luce era quella proveniente dagli oggetti illuminati cosicché si attraversavano le sale fra gli sguardi di Antonello o di Tiziano di Cimabue o di Botticelli tra smalti e ceramiche tra statue cinesi e sculture romaniche. Dopo lo spettacolo gl'invitati solevano dal teatrino recarsi in casa a trascorrervi un'ora; nulla sembrava loro più interessante del mutamento radicale del passaggio repentino dall'emozione dello spettacolo presentato nella sala del teatrino lucida e austera alla visione del passato sintetizzata da pochi capolavori opportunamente messi in rilievo. L'accesso al teatrino ricavato in piccolo vano con giuoco audace di grossi archi e di basse volte così da farlo sembrare di molto più vasto tutto grigio e nero fu una delle cose più belle ideate dal Casorati. (Riccardo Gualino: Frammenti di vita e di pagine sparse Roma 1966 p. 109) Opere dal teatrino privato di Casa Gualino (Torino - 1923). Il teatrino privato di casa Gualino costituì a Torino uno dei banchi di prova dell'opera d'arte totale quell'opera che vede l'artista impegnato nella creazione di uno spazio costruito e decorato progettato e arredato per rappresentare un'opera d'arte fine a se stessa uno spazio non solo contenitore ma espressione di contenuti e di principi estetici. Felice Casorati ed Alberto Sartoris furono chiamati da Riccardo Gualino a realizzare il teatrino della casa di via Galliari nel 1923. Il più anziano pittore fece sicuramente da guida al giovane architetto nell'intento di produrre uno spazio ideale simile a quello che nasceva nelle sue tele un'atmosfera metafisica conseguenza di un calibrato accordo di colori forme e linee. La decorazione era costituita oltre che da due statue poste ai lati del proscenio (una rappresentante la commedia l'altra la tragedia) da quattordici bassorilievi inseriti come metope nel fregio che percorreva l'estremità superiore delle pareti del teatro. Questi bassorilievi realizzati in gesso costituivano un compromesso tra l'architettura e la decorazione dello spazio. Non più pittura non solo decorazione ancora architettura. I soggetti rappresentati si riferivano a scene del mondo animale e di vita pastorale i cui protagonisti erano gli stessi dei coevi dipinti di Felice Casorati: nudi esili dormienti abbandonate linee pure misurate ponderate spazi ideali costruiti come scenografie fiabesche metafore del luogo altro popolato dai personaggi casoratiani. Dei bassorilievi andati distrutti con l'intera casa di via Galliari restano oggi alcune copie conservate in collezione privata non solo quali preziose opere d'arte ma anche come testimonianza di un momento storico in cui Torino credette nella modernità ed inseguì il sogno dell'opera d'arte totale. Eva Brioschi (dall'archivio Felice Casorati) Opere eseguite in bronzo patinato tratte da una serie di bassorilievi in gesso creati da Felice Casorati per il teatrino di casa Gualino (1923-24). Le opere in gesso sono pubblicate sul volume edito dalla Fondazione CRT (Torino novembre 2000) Lionello Venturi e la pittura a Torino 1919-1931 (tav. 85 e tav. 90) e sono attualmente in collezione privata. I bassorilievi un tempo creduti persi in seguito all'abbattimento del teatrino Gualino sono gli originali dai quali sono state tratte le fusioni in bronzo materiale nobile giustamente voluto per garantire eternità alle opere originali realizzate in gesso materia per sua natura non longeva sia per il decadimento naturale sia per il rischio di eventuali rotture. Secondo la legislazione sono considerate opere prime originali fino a nove riproduzioni in questo caso eseguite in tiratura numerata di soli sei esemplari e catalogata nell'archivio dell'artista.