Firmato e datato ''G.D.F. 1708'' alla base.Questo importante gruppo ligneo, che si segnala per l'elevata qualità dell'intaglio, l'espressività delle figure e la complessità del decoro, tra cui l'inconsueto paesaggio di fantasia che fa da sfondo alla scena, può essere ascritto a un artista operante nell'Italia Settentrionale tra il XVII e il XVIII secolo, probabilmente nell'area compresa tra la Lombardia orientale e il Veneto. La perizia della manifattura e la ricchezza dei dettagli contribuiscono a creare un'opera complessa e tridimensionale, che fa pensare a un'ideale riduzione ad uso privato di una tipologia maggiormente utilizzata nelle decorazioni delle cappelle laterali degli edifici di culto dell'epoca, con gruppi scultorei lignei di grandi dimensioni inseriti in nicchie con paesaggi affrescati sullo sfondo. L'opera presenta sulla base il monogramma ''G.D.F.'' e la data del 1708: per quanto non identificato, l'ancora ignoto autore di questa Crocifissione sembra inserirsi nel contesto della scultura lignea di area veneta, che, proprio sul medesimo tema, produsse a cavallo tra i due secoli esempi di straordinaria qualità, tra i quali basti ricordare il Crocifisso di Giuseppe Torretti (1664-1743) della Chiesa di San Moisé a Venezia (recentemente restaurato) e quello di Andrea Brustolon (1662-1732) conservato ai Musei Civici di Belluno. Si vedano anche, dal versante lombardo, alcuni gruppi della bottega dei Fantoni, come il Crocifisso da camera, con alla base le figure dell'Eternità, della Morte e del Tempo, nelle collezioni dell'Accademia Carrara di Bergamo e assegnato alla bottega di Andrea Fantoni (R. Bossaglia, ''I Fantoni: Quattro Secoli di Bottega di Scultura in Europa'', Vicenza 1978, p. 213, n° 20a).