Firmato ''Marco Miroglio in Roma'' al retro del quadrante.Questo orologio notturno, che riporta sul quadrante la massima di stampo aristotelico sulla caducità e impotenza dell'uomo di fronte al tempo e al destino (''homo spolium temporis e foruna lusus''), fa parte di una serie di opere di manifattura romana prodotte nel corso del XVII secolo per l'aristocrazia cittadina, di cui uno degli esemplari più importanti è certamente l'orologio in ebano con decorazioni in metallo sbalzato e dorato, di mano dell'orologiaio Michael (1670), già nella raccolta del Conte Carlo Cardelli. il paragone più stringente è però effettuabile con un modello pubblicato da G. Lizzani in ''Il Mobile Romano'', 1997 (tav. XXX), già parte della collezione Alessandro Orsi, che presenta un impianto molto simile al nostro, con una cassa in legno ebanizzato affine nella decorazione e nella struttura, così come il quadrante in rame dipinto con una raffigurazione del Tempo, qui nelle fattezze metaforiche di un nocchiero. Due orologi firmati da Miroglio sono citati da Alvar Gonzàles-Palacios all'interno dell'inventario della collezione napoletana del Marchese del Carpio (A. Gonzàles-Palacios, ''Il Tempio del Gusto, Roma e il Regno delle due Sicilie'', Milano 1984, p. 224).Bibliografia di riferimento: E. Morpurgo, ''Dizionario degli orologiai italiani'', Milano 1974, p. 116.A. Gonzàles-Palacios, ''Il Tempio del Gusto, Roma e il Regno delle due Sicilie'', Milano 1984, p. 224.G. Lizzani, ''Il Mobile Romano'', Milano1970, tav. XXX.