Firmato al retro.Commissionata a Vincenzo Gemito dal già sovrano del Regno delle Due Sicilie Francesco II di Borbone, in esilio in Francia, e modellata per la prima volta nel 1881, la figura dell'Acquaiolo fu fin da subito una delle immagini più riconoscibili e apprezzate dell'artista napoletano, caratterizzata da quel forte realismo, soprattutto nei tratti del volto, che è elemento centrale dell'arte di Gemito e che deriva dalla riproposizione in scultura di fisionomie e figure umane tratte dalla realtà quotidiana. Un'opera confrontabile, sempre in cera rossa, è conservata nella sala XXII della Galleria d'Arte Moderna di Milano, insieme a una ''Testina di donna caprese (Rosa)'' e a una ''Testina di prete'', databili agli anni 1881-1882.