L'opera è accompagnata dall'expertise a cura di Nicola Spinosa.Il dipinto, inedito e in ottimo stato di conservazione, è per soluzioni stilistiche, formali, compositive e pittoriche, opera certa della piena maturità, alla fine del XVII secolo, di Francesco Solimena, il maggiore esponente della pittura napoletana ed europea tra tardo barocco e classicismo, dopo la trionfante stagione tra naturalismo e barocco di Luca Giordano. La tela in argomento si colloca peraltro, anche per la trattazione iconografica del soggetto raffigurato (San Girolamo, con nella sinistra il libro con il testo dell’Antico Testamento che tradusse in latino dal greco, dopo essersi ritirato nel deserto della Calcidia (375-376 dopo Cristo), avendo accanto un leone, mansueto e grato perché il santo gli aveva tolto una spina da una zampa ferita), in stretta concordanza cronologica con il primo intervento di Solimena, tra il 1693 e il 1698, nella chiesa napoletana dei Santi Apostoli, di pertinenza dell’ordine dei Padri Teatini. In quell’occasione il pittore di Canale di Serino, attivo a Napoli dal 1674 e già affermatosi, grazie anche all’assenza da Napoli di Luca Giordano impegnato in Spagna, tra i pittori più apprezzati localmente, coprì, infatti, su richiesta degli stessi Teatini, con una serie di tele triangolari raffiguranti Profeti, Evangelisti e Santi gli affreschi realizzati in precedenza nelle lunette delle cappelle laterali della chiesa dei Santi Apostoli da Giacomo del Po, ma che non avevano trovato il consenso degli stessi committenti: tra queste tele, compare, con soluzioni formali, compositive e pittoriche quasi identiche a quelle che si riscontrano, sebbene invertite, nel dipinto in argomento, anche quella con l’immagine dello stesso San Girolamo, del quale si conosce il bozzetto preparatorio conservato nelle raccolte del Museo Puskin a Mosca (cm. 65x50). Come le tele dipinte per le semilunette dei Santi Apostoli, di cui sono noti alcuni disegni, altri bozzetti e varie copie realizzate da anonimi collaboratori del maestro, anche la versione con San Girolamo qui in esame rinvia, per impaginazione monumentale, per concretezza di forme e di apparenze fisiche e psichiche, per stesure dense di materie cromatiche, agli esempi di Giovanni Lanfranco presenti nella stessa chiesa da subito dopo il 1630. Bibliografia per la versione dei Santi Apostoli: Francesco Solimena e le arti a Napoli (1656 - 1646), a cura di N. Spinosa, Ugo Bozzi Editore, Roma 2018, pp. 312-316 (con vasta bibliografia precedente).