Firmato in basso a destra.Si tratta di una copia eseguita dal pittore romano Antonio Cavallucci che la firma in basso a destra, di un dipinto di Andrea del Sarto, del secondo decennio del Cinquecento, di cui sono note due versioni, una alla National Gallery del Canada di Ottawa (cm 85x62), un’altra al National Museum of Western Art di Tokyo (cm 89x66), che l’ha recentemente comprata nel 2014. Giovanni Gherardo De Rossi nella Vita di Antonio Cavallucci da Sermoneta Pittore, edita a Venezia nel 1796 scrisse che l’artista romano: “ebbe in mira la semplicità di Fra Bartolomeo e volle imitare nel panneggio lo stile di Andrea del Sarto” (p. 30). Il Cavallucci infatti aveva ammirato le opere dei pittori toscani del primo Cinquecento, come pure quelle di Tiziano e di Coreggio, durante il viaggio in alta Italia, compiuto in compagnia del cardinale Romualdo Braschi nel 1787 durante il quale in due soli mesi visitò Venezia, Firenze, Bologna e Parma (S. Roettgen, Antonio Cavallucci e la sua pittura religiosa. Un pictor cristianus nella Roma di Pio VI, in Palazzi, chiese, arredi e scultura, Roma 2011, p. 260). Cavallucci doveva essere solito copiare dipinti dei pittori amati durante questo viaggio, considerato che si conosce una sua copia del correggesco Matrimonio mistico di santa Caterina e una della Carità di Luca Cambiaso (entrambe National Trust, UK).