ex quib. quaedam habent commentaria & sunt hae, Hecuba Orestes Phoenissæ Medea Hippolytus Alcestis Andromache Supplices Iphigenia in Aulide Iphigenia in Tauris Rhesus Troades Bacchæ Cyclops Heraclidæ Helena Ion. 2 volll. in-8° (150x100mm). Legatura in pergamena del XIX secolo con taglio alla cerniera del vol. II. Al dorso: EURIPIDES Editio princeps Venetiis 1503. Il primo foglio contiene il titolo (in greco e in latino) e l'elenco delle tragedie, e, al verso la dedica di Aldo a Demetrio Chalcondylas. Incisione su legno aldina sul verso finale di ogni volume. Editio princeps di 18 tragedie di Euripide (4 delle 18 di questa edizione erano state stampate precedentemente a Firenze, prima del 18 giugno 1495) sebbene solo 17 siano menzionate nel frontespizio, Hercules Furens fu aggiunto alla fine della stampa; Electra non compare e fu stampata per la prima volta nel 1545. Edizione di grande importanza filologica e rarità, impressa nel piccolo minuscolo corsivo greco, tra le più aggraziate delle edizioni greche di Aldo, principale testo a stampa delle tragedie di Euripide fino al XVIII secolo. Mancanti i quaderni E-theta del primo volume, contenenti la tragedia Orestes. Questa copia delle Tragedie di Euripide possiede anche una sua storia particolare. Come riportato dagli Ex libris, fu nella collezione di John Alfred Spranger (1889-1968), famoso ingegnere, topografo, alpinista, archeologo, collezionista e fotografo. Egli acquistò questa copia a Londra nel 1919, dai famosi Librai e antiquari Davis e Orioli che avevano sede in Museum Street, come riportato da una nota manoscritta a lapis dello stesso Spranger, datata London 1919, al risguardo del primo vol.: “I bought this book for £ 5.5.0 at Davis e Orioli, Museum St. together with the Scholia in Sophoclem […]. This book, though incomplete, is a historic work to me”. Egli stesso era quindi conscio del fatto che l’opera, già allora, si presentasse incompleta dell’Oreste, ma non esitava a dichiarare “is a historic work to me”. Sappiamo inoltre che questo libro fu acquistato da Sotheby Parke-Bernet (Italia) all’asta del 26 novembre 1980 (lotto 620), da un collezionista fiorentino, presso cui è rimasto per quarant’anni. Si allega al libro fotocopia del catalogo d’asta relativa al lotto 620 (2)