La tela in esame č da inserire nel corpus di opere che la critica ha riunito a partire dal 1982 (Parādeisos 1982, pp. 306-307) con il nome di Maestro del vaso a grottesche. In realtā con questa etichetta si indica una produzione di dipinti d'impostazione arcaica, disomogenei sotto il profilo stilistico e qualitativo, raffiguranti mazzi di fiori entro vasi all'antica, eseguiti da artisti attivi probabilmente in diverse cittā del centro e del nord Italia, prossimi alla produzione del napoletano Giacomo Greco, in un arco temporale dilatato nel corso del XVII secolo. Peculiaritā comuni di queste opere sono l'impiego di vasi metallici sbalzati e cesellati di foggia manieristica con manici figurati e corpo centrale ospitante un'illustrazione di natura araldica, mitologica, sacra o, in taluni rari casi, paesaggistica.