Il Mancini, insieme ad Onorio Marinari, risulta essere la figura più indagata dalla critica tra gli allievi del Dolci. Questi, sebbene sia stato un abilissimo artista caratterizzato da un virtuosismo tecnico pari quasi a quello del maestro, per tutta la propria carriera si dedicò quasi esclusivamente alla riproduzione seriale delle immagini devozionali derivanti da prototipi di Carlo Dolci. Tra queste la più replicata è appunto la cosidetta Madonna del dito nota in altre diciannove versioni firmate o a lui attribuibili con certezza.