Provenienza: Collezione Privata, Udine. Collezione Privata, Torino. Collezione Privata, Meduna di Livenza.Bibliografia: A. Rizzi, Sebastiano Ricci disegnatore, cat. della mostra, Milano 1975, p. 116. J. Daniels, Sebastiano Ricci, Hove 1976, n. 541. J. Daniels, Sebastiano Ricci, l'opera completa, Milano 1976, n. 393. G.M. Pilo, Sebastiano Ricci e la pittura veneziana del Settecento, Pordenone 1976, pp. 164 e 173 nt. 38-41, pp. 57 e 95 nt. 115-119. A. Scarpa, Sebastiano Ricci, Milano 2006, p. 199 cat. 161, p. 531 ill. 375.L'opera è accompagnata dalla scheda a cura di Dario Succi, 11 febbraio 1996.L'opera è accompagnata dalla scheda a cura di Eugenio Martini.Questa bellissima pittura è opera autografa di Sebastiano Ricci (Belluno 1659-Venezia 1734), l'artista che fu uno dei principali artefici del rinnovamento dell'arte veneziana agli inizi del Settecento. Il dipinto illustra una nota favola di Esopo, un soggetto particolarmente frequente nella pittura fiamminga del Seicento: un satiro, in una notte fredda e piovosa, offrì riparo a un viandante, invitandolo a dividere il cibo con i suoi familiari. Sedutosi a tavola, il contadino soffiò prima sulle sue mani infreddolite, poi sulla minestra fumante, suscitando l'ira del satiro che esclamò: ''Via di qui! Non voglio un ospite che soffia sia sul freddo che sul caldo!''.Delle tre versioni note di questo soggetto, questa è certamente la più bella, eseguita direttamente dal maestro, essendo le altre due riferibili alla bottega (una, in collezione privata udinese, è stata pubblicata da Aldo Rizzi nel libro, ''Sebastiano Ricci disegnatore'', 1975, p. 116. l'altra, custodita presso la Kunsthalle di Karslhure, è stata ritenuta ''probabilmente opera di bottega'' anche da Jeffrey Daniels: ''L'opera completa di Sebastiano Ricci'', 1976, scheda n. 594).Definito da una pennellata modellante, il dipinto- databile poco dopo il rientro in Italia di Sebastiano Ricci, reduce dal soggiorno inglese, cioè dopo il 1716-sintetizza in maniera esemplare il nuovo gusto rococò: la felicità esecutiva di alcuni brani (come la lavandaia a sinistra e la fanciulla con la scodella a destra, di cui esiste il disegno preparatorio alle Gallerie dell'Accademia di Venezia) si fonde con la suggestiva descrizione della cucina della modesta fattoria in cui è ambientata la scena, evocante l'interno di una casa contadina dell'entroterra veneziano. La sensualità cromatica appare in perfetta coesione con la favola esopiana, narrata con una sincerità e un'adesione sentimentale che coniugano magistralmente il risvolto arguto del racconto con la sontuosità della pennellata fluida, stupendamente articolata in una gamma di toni squillanti campiti sul fondo brunaceo.