Provenienza: Collezione d’arte privata.Bibliografia generale: E. Ménard, L’Art en Alsace-Lorraine, Strasbourg, 1876, p. 100Sitzmann, Dictionnaire de biographie des hommes célèbres de l’Alsace, Rixheim, t. I, 1909, p. 402S. Dagnaud, « M. Drolling », Cahiers alsaciens d’archéologie, d’art et d’histoire, 1957, p. 179-191Bénézit, Dictionnaire critique des peintres, sculpteurs, dessinateurs…, III, 1976, 674A. Bauer et J. Carpentier. Répertoire des Artistes d’Alsace des XIX et XXe siècles, Strasbourg, 1984, p. 69.Pittore francese, di origine alsaziana, Martin Drolling intraprende i corsi della scuola di Belle Arti a Parigi nel 1779 e si esercita copiando i dipinti del Louvre, soffermandosi in particolare sui Maestri olandesi e fiamminghi.Decide quindi di non seguire alcuna scuola speciale e si tiene volontariamente distaccato dai grandi cambiamenti estetici e del gusto, non aderendo al neoclassicismo di Jacques-Louis David.Poco noto per la maggior parte della sua vita, conducendo un’esistenza a tratti assai vicina all’indigenza, ha comunque molti ammiratori entusiasti e le sue opere diventano assai ricercate dai collezionisti negli ultimi anni della sua carriera.Le sue opere, soprattutto scene di genere, scene della piccola borghesia e ritratti, mostrano accurati dettagli in composizioni geometricamente perfette.Eccellente pittore di scene d’interni, la sua Cuisine, datata 1817, ha un successo inatteso tale da essere esposta al Musée du Louvre.La sua abilità a dipingere quadri di piccolo formato lo indirizza ad eseguire anche miniature. per tale ragione diviene artista presso la Manifattura di Sèvres dal 1802 al 1813 ed a lavorare per la manifattura di porcellane di Dihl et Guérard.Tra il 1793 e il 1817 Drolling espone al Salon du Louvre e al Salon de la Correspondance, dove ottiene molto successo. Gran parte dei suoi disegni e dipinti sono stati ripetutamente incisi e litografati, quale dimostrazione della fama raggiunta.Tra le opere più note possiamo annoverare: Portrait de sa mère, 1782 . Deux portraits de lui-même, 1793 . Maison à vendre, 1799 . Le musicien ambulant, 1800 . Dieu vous assiste, 1802 . L’écouteuse aux portes, 1806 . La Laitière, 1812 . Portrait de sa fille Louise Adéone . Les deux petits frères, 1812 . Un marchand forain, 1814 . Le verglas, 1817 . Cuisine, 1817 . Intérieur d’une salle à manger, 1817 . Maîtresse d’école de village, 1817 . Portrait de Chr. Dihl, peint sur porcelaine.Parte della sua corrispondenza è conservata presso il Dipartimento delle Arti grafiche del Museo del Louvre e contiene molte lettere al figlio Michel Martin, anch’egli pittore (1789-1851).Tale corrispondenza, insieme a diverse altre lettere conservate dai discendenti del pittore, è stata recentemente pubblicata da Carole Blumenfeld nel Bollettino della Società di Storia dell’arte francese (2009).Nell’opera l’artista raffigura l’approccio sensuale di un giovane innamorato che sorprende la sua amata, addormentata in un giardino.La giovane, dall’abito in stile Impero di evidente derivazione classica, appare assopita, colta dal sonno mentre si riposa contro un’urna antica, una cesta di fiori appena colti rovesciata ai suoi piedi. il giovane, lo sguardo rivolto verso gli spettatori, sfiora con delicatezza sul seno la ragazza con una rosa, simbolo d’amore per eccellenza.L’ispirazione è tratta dalla mitologia, dal tema specifico della ninfa dormiente sorpresa da un fauno, soggetto prediletto dai grandi maestri del Cinque e Seicento in ambito italiano e fiammingo.Lo stile è formalmente classico e la posa misurata dei personaggi è dominata dall’equilibrio compositivo settecentesco. nel paesaggio e nell’atmosfera dal gusto onirico che sembra avvolgere i due giovani, vi è invece un’interpretazione “atmosferica” del sentimento, una sorta di partecipazione emotiva del paesaggio al sentire dei personaggi e dell’artista stesso, che anticipa la pittura romantica.