Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello grigio. Carta vergellata color sabbia priva di filigrana. Al verso del foglio nella metà di destra altra versione del medesimo soggetto a penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello grigio. mm 278x405. Il tema è ricorrente nell’iconografia dei miracoli del Santo. Taciuto nelle prime biografie, l’episodio è riportato per la prima volta nella Legenda Rigaldina, scritta verso la fine del secolo XIII dal minorita Jean de Rigaud o de Rigault. Il miracolo sarebbe avvenuto in un anno non certo, a Rimini, città piena di eretici sordi alle prediche di Antonio che si recò allora sulla riva, cominciando a predicare a tutte le creature del mare, enumerando i copiosi doni elargiti loro da Dio. I pesci lo ascoltarono e si allontanarono solo dopo aver ricevuto la sua benedizione. La composizione
richiama opere della maturità di Luca Giordano che affrontò questo tema nel dipinto per la chiesa napoletana del Gesù delle monache (1683-1685) e in uno degli otto riquadri affrescati lungo il registro superiore della parete ellittica della chiesa di Sant’Antonio dei
Tedeschi (già dei Portoghesi) a Madrid, eseguiti su commissione reale tra la fine del 1698 ed il 1701.