Maiolica policroma. Altezza cm 7 circa; diametro cm 26. Conservazione: buona; scrostature marginali e piede resecato al bordo; leggera insignificante felatura
L’opera mostra cavetto liscio con orlo rialzato e piede svasato. Sul recto, a piena superficie, su uno sfondo boschivo, è istoriato “Il ratto di Proserpina”1. In primo piano è raffigurato Plutone sul suo carro in atto di stringere per la vita Proserpina (Persefone), che con la destra indica le compagne, personificazioni delle fonti e delle sorgenti, che sullo sfondo osservano la scena; in primo piano, appoggiata ad una anfora da cui sgorga acqua, è raffigurata la personificazione ignuda e di spalle di una divinità delle acque (Oceano?). Il verso della coppa è integralmente smaltato.
Il maestro nell’iconografia della scena potrebbe essersi ispirato ad una silografia di una delle tante edizioni delle “Metamorfosi” di Ovidio, illustrate e volgarizzate che, sin dalla edizione veneziana di Niccolò Zoppino del 1522, erano entrate largamente in uso nelle botteghe dei maiolicari italiani. Qui tuttavia il pittore maiolicaro, rispetto ad un ipotetico modello incisorio, sembra riservarsi una invenzione tutta sua nella fattura del carro su cui il re degli Inferi trattiene a forza la giovane figlia di Demetra; il maestro infatti lo immagina con la parte anteriore a testa di grifone o d’aquila, mentre decora le ruote come scudi incisi: fantastica creazione degna di una scena di teatro.
Stilisticamente l’opera presenta tutte le caratteristiche della maniera che si riconosce ad un pittore, attivo nella bottega durantina dei Picchi, probabilmente Andrea da Negroponte. Egli è autore di un servizio con stemma partito e motto “Sapiens”, del quale si segnalano cinque piatti nei Musei Civici di Brescia, di cui uno ha la data “1551” 2, la stessa di un sesto piatto del Museo Civico Medievale di Bologna3. Per l’opera-guida di Andrea da Negroponte, una coppa con “Apollo e Marsia” del Museo Nazionale d’arte Medievale e Moderna di Arezzo, e per una chiara sintesi sulla bottega durantina dei Picchi, si rinvia alle pagine di Timothy Wilson nella monografia “The Golden Age of Italian Maiolica-painting”4.
1 OVIDIO, Met. , V, 341- 408.
2 RAVANELLI GUIDOTTI 2012, pp. 109, 124 e s., 144 e s.
3 RAVANELLI GUIDOTTI 1985, scheda n. 93, pp. 118-120.
4 WILSON 2018, pp. 342- 351.
Bibliografia
RAVANELLI GUIDOTTI 2012
RAVANELLI GUIDOTTI C., Le ceramiche, nel vol. Collezioni e collezionisti Arti applicate dei Civici Musei di Arte e Storia di Brescia, a cura di A.B. Spada e E. Lucchesi Ragni, Brescia 2012, pp. 107- 149.
RAVANELLI GUIDOTTI 1985
RAVANELLI GUIDOTTI C., Ceramiche occidentali del Museo Civico Medievale di Bologna, Bologna 1985.
WILSON 2018
WILSON T., The Golden Age of Italian Maiolica-painting, Torino 2019.