cm 25x22x45.
La vivace composizione profana, eseguita per una raffinata committenza, raffigura un putto che nudo seduto su una roccia sulla quale sembra poggiarsi in un precario equilibrio alza sopra la testa un tralcio con grappoli d’uva, appartiene a quella produzione tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento che riecheggia, rielaborandolo, il verbo del barocco romano di stampo berniniano.
Il nostro putto, che potrebbe anche reincarnare le sembianze di un giovane Bacco, mostra affinità con un certo modo Genovese affine a scultori come Filippo Parodi, interprete del modo romano, ed in particolare a opere come la serie delle Metamorfosi conservate nella Galleria di Palazzo Reale a Genova.