altezza cm 33
La raccolta e raffinata composizione in marmo, nata probabilmente per una devozione privata, è rappresentativa di quel passaggio dal mondo rinascimentale ai nuovi modi del manierismo testimonia, come bene spiega Claudio Pizzorusso nella scheda critica che correda l’opera “ [...] l’esistenza di una corrente che, in parziale opposizione alla tradizione giambolognesca, si orientava verso forme di purismo neorinascimentale [...] Ricordato dal Baldinucci come “uno de’ più valorosi modellatori che avesse la nostra città nel suo tempo”, egli si dedicò anche nel commesso in pietra dura: a lui infatti viene riferita, almeno per l’invenzione, una serie di sculture composte con quella tecnica particolare, a tutto e a mezzo tondo, destinate all’altare e al ciborio della Cappella dei Principi. Proprio quelle statuette degli Evangelisti (conservate al Museo degli argenti), commissionategli nel 1605, presentano le maggiori affinità con la nostra Madonna [...]”