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Albarello Officina marchigiana (Pesaro o Casteldurante), 1579  - Asta Antiquariato - Associazione Nazionale - Case d'Asta italiane
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Albarello Officina marchigiana (Pesaro o Casteldurante), 1579

 Maiolica decorata in policromia. Altezza cm 18
Restauri ai bordi superiore e inferiore, sul fondo; cadute di smalto du cui una ampia sulla spalla reintegrate

L’opera presenta forma a rocchetto, con corpo centrale cilindrico e tipiche estroflessioni sulla spalla e verso il piede. Sulla zona mediana anteriore, entro ovale, è raffigurata la Fortuna marina, stante su un delfino e in atto di stringere con le mani una vela disposta ad arco attorno alla testa. Sotto l’ovale è dipinto un cartiglio orizzontale con la dicitura farmaceutica “ELL.° LENITIVO” e sulla restante superficie si dispongono dei “trofei” d’armi (verghe, parti di armature, tamburi, scudi ecc.)
I danni fortunatamente non hanno intaccato la bella figura allegorica dipinta frontalmente, che pertanto mantiene intatti i valori della migliore scuola marchigiana dell’ “istoriato” maturo, con buone proporzioni anatomiche e forza cromatica, in cui spicca il giallo luminoso di fondo che esalta la “Fortuna marina”, la cui tradizione antica fu ripresa nel fervido clima di recupero della classicità dell’Umanesimo. La veste decorativa dell’albarello si lega alla più tipica tradizione delle botteghe metaurensi, che per i “trofei” si avvia con quelli raffinatissimi dipinti “a grisaille” degli anni ’30 del ‘500, trasformandosi dalla metà del secolo in quelli sempre più “ocracei”, cioè carichi di bruno rossiccio, come dimostra l’albarello in esame, diffusi sia dalle botteghe durantine di Simone da Colonnello e dei Picchi, sia da quelle attive a Pesaro, centro ceramico che per tale tipologia ha restituito frammenti da scavi urbani. Il repertorio “a trofei” si applica soprattutto ai corredi da farmacia (albarelli, brocche, pillolieri, anfore ecc.), in molti casi dotati di date precise: “1575”, “1579”, “1580”, come attestano esemplari della stessa serie, cui appartiene anche questo albarello, oggi conservati in molti musei in Italia e all’estero (Parigi, Budapest, Roma, Faenza ecc.)
La legenda farmaceutica si riferisce all’Elettuario Lenitivo, che nella antica farmacopea era indicato per “purgar il sangue da bile, e melanconia, refrigera il fegato, e purga tutto il corpo” (MELICHIO G. Avvertimenti nelle compositioni de’ Medicamenti […], in Venetia 1660, pp. 55 e sgg.)

Bibliografia di riferimento: GIACOMOTTI J., Catalogue des Majoliques des Musées Nationaux, Paris 1974, pp. 979- 986; BETTINI A., Il decoro “a trofei” a Pesaro fra XVI e XVII secolo, in La maiolica italiana del Cinquecento. Capolavori di maiolica della collezione Strozzi Sacrati, Atti del Convegno, Faenza 1988, Firenze 2001, pp. 103- 111; BISCONTINI UGOLINI G., 1I vasi da farmacia nella collezione Bayer, Ospedaletto (Pisa) 1997, n. 21; GRESTA R., La produzione pesarese cinquecentesca “a trofei” in mezzatinta gialla, in Venezia, le Marche e la civiltà adriatica per festeggiare i 90 anni di Pietro Zampetti, in “Arte/Documento”, nn. 17- 19, Monfalcone 2003, pp. 319-321

Antiquariato
mar 22 OTTOBRE - mer 23 OTTOBRE 2019
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