L'opera è accompagnata dalla scheda dI Luciano Anelli, Maggio 1984.Il dipinto è attribuibile a un allievo veneziano di Jacopo Tintoretto. Questo intenso e nobile ritratto raffigura il nobile veneziano Sebastiano Erizzo, discendente da una delle più cospicue famiglie della nobiltà del Libro d'Oro. Senatore prima e poi membro del Consiglio dei Dieci della Serenissima Repubblica, letterato, traduttore di Platone, collezionista e perito di numismatica. Delle molte opere scritte, al suo tempo andava famoso per 'Le sei giornate' (1554), opera giovanile che raccoglie un insieme di novelle di stile ed ambiente boccaccesco- e che ebbe numerose ristampe. La famiglia veneziana degli Erizzo ebbe due volte legami di parentela con la nobiltà bresciana. L'opera qui in esame, leggermente ritagliata sui quattro lati, reca al verso una scritta mutila, dedicatoria ed elogiativa, che va interpretata in questo modo: 'SEBASTIANUS ERICIUS SENAT. GRECAE, et LATINAE (...) PERITUS / NUMISMATUMQUE (...) OBIIT. 1585'. Naturalmente in un ritratto di questo genere, fine nella pennellata e veramente alto nella resa introspettiva e psicologica, non si può passare sotto silenzio il nome di Jacopo Tintoretto. L'impostazione formale, la finezza della pennellata- il raggrumarsi denso del colore in un pigmento ricco, il taglio della testa volta di tre quarti sul busto appena accennato, son tutti elementi che rimandano con sicurezza alla scuola veneziana di Jacopo Tintoretto.