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ARCADE | Argenti, libri, porcellane e maioliche

SEI PIATTI, NAPOLI, MANIFATTURA DI CAPODIMONTE, 1800-1840  - Asta ARCADE | Argenti, libri, porcellane e maioliche - Associazione Nazionale - Case d'Asta italiane
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SEI PIATTI, NAPOLI, MANIFATTURA DI CAPODIMONTE, 1800-1840

 SEI PIATTI, NAPOLI, MANIFATTURA DI CAPODIMONTE, 1800-1840
in porcellana decorata in lillà, policromia e oro. I sei piatti da coltello fanno parte di un noto servizio denominato in manifattura “servizio con animali e fascia lillà”, denominazione presente negli inventari compilati nel 1807, poco prima della cessione della manifattura alla società francese Poulard-Prad. Si tratta di una delle ultime produzioni della manifattura napoletana per la tavola di Ferdinando IV, probabilmente destinata alle feste di caccia del Palazzo di Portici. Già in un documento del 1783 si parlava di un servizio denominato “Stato di caccia”, destinato alla tavola dell’Imperatore d’Austria eseguito dai migliori artefici della manifattura e ideato da Giacomo Milani. Il confronto più prossimo ci deriva da alcuni pezzi del servizio conservati al Museo civico di Torino, da cui abbiamo un preciso riferimento alla fonte del testo Tetes des differents animaux di Guillaume Tischbein edito nel 1796, come conferma della ispirazione da parte di Milani e collaboratori a precise fonti incisorie. In alcuni piatti dell’assortimento presente al Museo di Capodimonte si rileva invece una differente fonte di ispirazione, tanto da far pensare ad una copia degli animali dal vero in occasione della produzione del già citato servizio di caccia. Più semplici poi gli animali eseguiti nel periodo produttivo Poulard-Prad, e ancora differente la serie Del Vecchio su terraglia. L’eterogeneità del servizio conservato a Napoli è dovuta al protrarsi nel tempo dell’utilizzo dello stesso: è assodato che il servizio nella sede di Portici doveva contare circa seicentocinquanta pezzi, oggi ridotti a novantuno esemplari. Anche nell’assortimento in esame si riscontrano alcune differenze di materia e stile: un piatto reca il numero 1813 sormontato da corona, uno la scritta in corsivo amman. I tre piatti più grandi mostrano scenette con più animali, caratterizzati da uno stile più attento ed incisivo, differente da quello che rileviamo nei tre piatti con singoli animali più morbidi nel tratto e nell’esecuzione, ad ulteriore conferma delle differenti fasi esecutive dell’imponente servizio ferdinandeo; diam. cm 24 e 24,2

A GROUP OF SIX CAPODIMONTE PLATES, NAPLES, 1800-1840

Bibliografia di confronto
A.C. Perrotti, Museo Nazionale di Capodimonte. Ceramiche, porcellane bisquit, terraglie, maioliche, Napoli 2006, pp. 64-sgg n. 2.81


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gio 30 MAGGIO - ven 31 MAGGIO 2019
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