Vittorio Avondo
(Torino 1836 - 1910)
IL TEVERONE
olio su tela, cm 71x146,5
firmato e datato 61 in basso a sinistra
retro: cartiglio della X Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia del 1912, cartiglio della Mostra commemorativa di Vittorio Avondo, cartiglio della mostra Da Bagetti a Reycend, cartiglio della mostra Atelier Italia sulla Senna
THE TEVERONE
oil on canvas, cm 71x146,5
signed and dated 61 lower left
on the reverse: label of the X Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, 1912, label of the Mostra Commemorativa di Vittorio Avondo, label of exhibition Da Bagetti a Reycend, label of the exhibition Atelier Italia sulla Senna
Provenienza
Collezione Barone Ing. L. Bologna
Raccolta Comm. Lorenzo Delleani, Carignano
Collezione privata
Esposizioni
Mostra commemorativa di Vittorio Avondo nel centenario della sua nascita, Museo Civico 'La Stampa', Torino, maggio 1936
Da Bagetti a Reycend. Capolavori d'arte e pittura dell'Ottocento piemontese in collezioni private italiane, Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti, Torino, 11 giugno - 6 luglio 1986
Atelier Italia sulla Senna, Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno, 3 dicembre 1998 - 5 aprile 1999
Impressionismo italiano, Civica Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia, 25 ottobre 2002 - 23 febbraio 2003
I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità, Galleria d'Arte Moderna, Torino, 26 ottobre 2018 - 24 marzo 2019
Bibliografia
E. Thovez, L'opera pittorica di Vittorio Avondo, Torino 1912, tav. 3
E. Somaré, Storia dei pittori italiani dell'Ottocento, Milano 1928, tav. 300
Catalogo della mostra commemorativa di Vittorio Avondo nel centenario della sua nascita, catalogo della mostra (Museo Civico 'La Stampa', Torino, maggio 1936), Torino 1936, tav. 3
A. Dragone, J. Dragone Conti, I paesisti piemontesi dell'Ottocento, Milano 1947, tav. 100
Da Bagetti a Reycend. Capolavori d'arte e pittura dell'Ottocento piemontese in collezioni private italiane, catalogo della mostra (Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti, Torino, 11 giugno - 6 luglio 1986) a cura di A. Dragone, Torino 1986, p. 86 n. 44
Impressionismo italiano, catalogo della mostra (Civica Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia, 25 ottobre 2002 - 23 febbraio 2003) a cura di R. Barilli, Milano 2002, p. 190 n. 111
I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità, catalogo della mostra (Galleria d'Arte Moderna, Torino, 26 ottobre 2018 - 24 marzo 2019) a cura di C. Acidini Luchinat, V. Bertone, Torino 2018, pp. 155-156
L’importante dipinto che abbiamo qui il piacere di presentare raffigura Il Teverone, antico nome del basso corso del fiume Aniene, a valle delle cascate di Tivoli. La data 1861, iscritta in basso a sinistra, ci riporta agli anni in cui la pittura di paesaggio dell’artista piemontese, da poco trasferitosi a Roma, risentì fortemente degli stimoli della campagna romana. Alla capitale l’Avondo era corso, abbandonando la scuola di Alessandro Calame a Ginevra, “a cercarvi, tra le silenti grandiosità monumentali e la austera solitudine dell’agro, l’atmosfera adatta alle nuove libertà di un colore non più disteso piatto e paziente a riempire la struttura disegnativa, ma nascente di volta in volta diverso e originale secondo le necessità del tono ambiente, cioè di una realtà naturalistica opposta alla convenzione della veduta e dell’esecuzione tradizionalmente scolastica” (da M. Bernardi, in Catalogo della mostra commemorativa di Vittorio Avondo nel centenario della sua nascita, catalogo della mostra (Museo Civico 'La Stampa', Torino, maggio 1936), Torino 1936). Come sottolineò già Enrico Thovez nella monografia del 1912 dedicata all’artista, “il fascino della pittura dell’Avondo sta nell’estrema sensibilità del suo occhio ai valori, nella delicatezza dei rapporti, nel sottile senso si armonia. (...) Nessun altro, forse, dopo l’incomparabile Fontanesi, seppe tra noi trovare l’intimità del rapporto fra una linea di terreno ed un cielo. (...) Aveva studiato così accuratamente il vero, che potè concedersi il lusso di lavorar completamente di maniera, pur riuscendo spesso a una verità maggiore di molti veristi” (da E. Thovez, L'opera pittorica di Vittorio Avondo, Torino 1912). Anche le figure umane visibili nel dipinto, le due piccole in primo piano accanto alla barchetta e quelle nell’imbarcazione a vela sul fiume, appaiono perfettamente integrate nella composizione; come sottolineò Dragone, “era così risolto il rapporto tra soggetto figurato e paesaggio in un superamento che compenetrava l’uno nell’altro. Che l’uomo faccia parte della natura e che nella natura si possa ritrovare l’uomo, e dell’uomo il cuore, questo è il concetto che da Fontainebleau si era propoagato rapidamente a tutto il mondo artistico”. (da A. Dragone, J. Dragone Conti, I paesisti piemontesi dell'Ottocento, Milano 1947, p. 116).