SCULTURA FEMMINILE
ROMA, I SECOLO D.C.
Scultura femminile in marmo bianco a grana fine. La donna, giovane e snella, è ammantata e siede con la gamba sinistra sulla destra, con spalla sinistra portata indietro e destra in avanti. La figura indossa una lunga veste che lascia scoperte le braccia e parte delle spalle: la sinistra è leziosamente visibile. La veste si riparte in numerose pieghe, che sulla schiena definiscono una V e cadono in serie divergenti sulla gamba e sul ginocchio destro. La scultura siede su una base composta da due blocchi in marmo cipollino. H. 41 cm
La piccola figura, di eccellente qualità formale e destinata ad essere fruita in un contesto che ne consentisse l’apprezzamento su ogni lato, può probabilmente essere identificata come una ninfa (o una musa) seduta: si confronti per esempio con la musa da Palestrina, anch’essa con spalla scoperta, ritenuta una replica di una musa del ciclo realizzato da Filisco di Rodi alla metà del II secolo a.C. (inv. 52: N. Agnoli, Museo archeologico nazionale di Palestrina: le sculture, Torino 2002, pp. 67-70, n. 11). L’elegante posizione delle gambe, le braccia scoperte e l’attitudine della figura possono ricordare quella della celebre fanciulla seduta, proveniente dal tempio di Minerva Medica (Musei Capitolini, Centrale Montemartini, inv. 1107).
Provenienza
Rinvenimento durante sterri nei pressi del XXII km della via Aurelia
Antiquario Augusto Jandolo, acquisto 1 giugno 1943
Collezione privata, Roma
Collezione privata, Lombardia