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LEBETE GAMICO  - Asta Archeologia - Associazione Nazionale - Case d'Asta italiane
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LEBETE GAMICO

 LEBETE GAMICO
PUGLIA, 340 A.C. CA.
Lebete gamico apulo a figure rosse. Il vaso, dalla struttura particolarmente elaborata, presenta un corpo ovoidale molto compresso con spalla quasi appiattita e un basso piede campanulato. Sulla spalla si innestano due anse a ponte orizzontali sormontanti e con una costolatura centrale. Al centro delle anse e sulle spalle si innestano appendici fusiformi. Il coperchio del vaso, originale, è costituito da un elemento appiattito che solleva un altro lebete gamico miniaturistico, a sua volta munito di coperchio. Lato A: sulla spalla erote androgino ad ali spiegate, seduto sul suo mantello. Sul corpo figura femminile a torso nudo su di un cavallo rampante: è retrospiciente, si volge verso un erote androgino che le porge una corona di fiori. A terra si trova un volatile con ali sollevate. Lato B: sulla spalla figura femminile a torso nudo che solleva con la sinistra un’ampia phiale. Sul corpo due figure femminili ammantate si incontrano: una solleva con la sinistra una corona, l’altra tiene nelle mani una phiale e un’oinochoe. Il lebete gamico miniaturistico è decorato da una figura di civetta, posta fra due foglie di alloro. La decorazione secondaria consiste in palmette e girali vegetali sotto le anse, un kyma ad ovoli sotto la spalla e una teoria di meandri intervallati da croci decussate. H. 42,5 cm
Il lebete gamico, vaso la cui peculiare forma è stata tradizionalmente associata alle cerimonie nuziali antiche, è decorato da scene connesse al mondo femminile. Questo vaso, di elevata qualità formale, rientra in un insieme di lebeti di grandi dimensioni, che presentano sul coperchio un’elaborata riproduzione miniaturistica della stessa forma vascolare, si vedano, ad esempio, i vasi a Edimburgo (NatMus. inv. 1881.44.23) e a Karlsruhe (Bad.Land. inv. B41). Lo stile, non lontano anche nelle decorazioni secondarie da quello di un esemplare a Tubinga (B. Rückert, CVA Tubingen 7, München 1997, pp. 20-21, tavv. 5-6), consente un’attribuzione alla cerchia del Pittore di Dario, uno dei principali ceramografi apuli: C. Aellen et alii (a cura di), Le peintre de Darius et son milieu, Genève 1986.

Provenienza
Collezione privata, Siena
Pandolfini 6 giugno 2002, lotto 240
Collezione privata, Piemonte


Archeologia
mar 18 DICEMBRE 2018
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