★ GIANFRANCO BARUCHELLO
(Livorno 1924)
Senza titolo
smalto e china su alluminio, cm 24x24
firmato e datato in basso a destra
eseguito nel 1980
Untitled
enamel and china on aluminum, cm 24x24
signed and dated lower right
performed in 1980
Bibliografia
Jouffroy, 1977
Barucchello, 1977
Baruchello, Secondo Natura, 1977
Con la sua consueta tecnica preziosa da miniaturista moderno ( ma ricordiamoci che Baruchello crea immagini piccole non perchè ami le miniature ma perchè in una superficie modesta ce ne stanno di più, Baruchello, in Jouffreoy 1977, s.p. ), l'artista dispone all'interno dello spazio a fondo bianco una serie di immagini e numerose scritte in lingue diverse. A dominare in alto, simile a una ruota dentata, è l'elemento sole, che spesso compare nei suoi lavori, accompagnato dalla scritta in greco: Hélion dè mal'aidéomai. Un'espressione che tradotta, suona come venero molto il sole, ma anche ho rispetto e, accentuandone il significato, ne ho molto timore. In un circolo in movimento meccanico che collega, la ruota-sole e il pistone-nuvola, visivamente richiamando alla memoria la Mariée di Duchamp, si genera un flusso di energia in moto perenne. Dalle nuvole in alto si scatena un temporale e dagli sbalzi di pressione si generano venti e spostamenti di masse d'aria con la conseguente produzione di energia meccanica, solare, eolica, idroelettrica, termica. Affascinato dai processi legati alla trasformazione della materia, causa non di perdite, ma di successive metamorfosi, Baruchello approfondisce il suo interesse nei confronti delle relazioni tra contesti apparentemente lontani e distanti: la scienza, la tecnica e l'arte. E' infatti a partire dal 1973, decide di trasferirsi a vivere in campagna dando inizio nel 1977, all'operazione etico-estetica nota come Agricola Cornelia. Si tratta di una scelta radicale, quella della fondazione di una Spa a scopo sociale (occupando anche terreni incolti destinati alla speculazione edilizia), distante dalle seduzioni ideologiche delle ancora vitali utopie del sessantotto. Affiancando agricoltura e creatività, Barucchello decide di operare secondo natura. L'analogia tra la terra e l'elemento femminile è palese: e la terra, con i suoi strati, le sue profondità, le sue faglie, le sue energie sotterranee diventa uno dei soggetti ricorrenti delle opere di questi anni. Le lacerazioni che si aprono all'interno degli elementi naturali sono aperture che mettono in comunicazione e i collegamenti possono avvenire a ogni livello, anche tra attività apparentemente in contraddizione, dove anzi, la contraddizione diventa il luogo fecondo per nuove impensabili relazioni. Niente è stabilito, una volta per tutte, tanto meno la lettura di quest'opera, e forse, affiancandoci a Jouffroy, l'interpretazione dovrà capitolare. Si ricomincerà a pensare la complessità del mondo come per la prima volta( Jouffroy 1977 )