★ MICHELANGELO CONTE
(Spalato (Croazia) 1913 - Roma 1966)
Composizione
collage su tela, cm 63x92
firmato in basso a destra Michelangelo Conte 1963
eseguito 1963
Composition
collage on canvas, 63x92 cm
signed in the lower right Michelangelo Conte 1963
executed in 1963
Bibliografia
Conte 1977
Bentivoglio 1989
Crispolti 1981
Crispolti 2003
Michelangelo Conte, fu critico e teorico, segretario dell'Art Club del 1949 e impegnato nella parte organizzativa della Fondazione origine e della rivista Arti visive dal 1953; storico dei movimenti contemporanei (Origine, Mac, Forma 1 , informale), nel 1977 si descrive in Storia di un metodo, definendo la cronologia della propria ricerca (Conte 1977). A un esordio, a Napoli, negli anni trenta, cubista e purista, in cui esperisce le tecniche dell'affresco e del mosaico e del rapporto dell'opera con l'architettura, Conte a Roma dai primi anni
quaranta, fa seguire una fase astratta (1948-1950), in cui l'opera e la sua struttura interna iniziano a porsi come architettura. La stretta collaborazione con Prampolini, direttore dell'Art Club, con cui organizza la mostra Arte Astratta e Concreta alla Galleria nazionale d'arte moderna, nel 1951, insieme a Palma Bucarelli, porta Conte a coniugare la tradizione polimaterica futurista alla propria ricerca strutturale, dapprima astratto-concreta, ( Spazio-tempo, 1950-1954), quindi informale (organico-inorganico, 1954-1957), e materica (Materico-spaziale, 1958-1960). Nel 1963 la ricerca di Conte attraversa la fase che l'artista stesso definisce dei Rilievi materici (1960-1965), in cui il cemento, utilizzato precedentemente come supporto per il mosaico, viene progressivamente portato a vista, non come rivelazione di materia, accadimento, ma come trauma di rapporti spaziali. Questa Composizione del 1963 è assimilabile alla serie coeva che Conte denomina Monumenti, su tela, di cui dichiara: Dal '58 al '68 ho eseguito quadri e pannelli di grandi dimensioni usando il cemento non come struttura ma come materia pittorica. E' il periodo delle opere materiche...Impiegavo nella composizione elementi di materia pittorica, eseguiti con impasto di cemento e sabbia con resina vinilica e colore. Avevano un certo rilievo, in contrappunto con altre materie meno dense. Il polimaterico aveva invece notevole spessore: incorporava frammenti di lamiera, di ferro, trattata con reagenti chimici, lamine di rame, ottone, alluminio, pezzi di carbon fossile, e frammenti di piastre dello stesso cemento, eseguite a parte e inserite nella composizione come materiale tra gli altri materiali (Bentivoglio, 1989, p. 10). Scrive Argan nel 1963: Conte porta innanzi da anni una ricerca serissima sulla strutturalità, la spazialità intrinseca della materia: ma in una direzione personale, che certamente tiene conto di Burri e di Fontana, anche se poi si inoltra in una problematica tutta diversa, e precisamente del costruirsi della materia stessa in valore di oggetto. La scoperta e la lettura della spazialità interna della materia non possono condurre all'oggetto e alla poeticità dell'oggetto (Mostre a Roma Rassegna delle arti figurative, 3° programma Rai, Roma 22 marzo 1963, in Crispolti 2003, p. 90). (FV)