Giovanni Battista Piazzetta
(Venezia 1682–1754)
MADONNA COL BAMBINO
olio su tela, cm 77x61
Provenienza
(Lodovico Campo, Rovigo?)
Mario Viezzoli, Genova; collezione privata
Bibliografia
(F. Bartoli, Le Pitture Sculture ed Architetture della Città di Rovigo: con Indici ed Illustrazioni, Venezia 1793, p. 101); R. Longhi, Viatico per cinque secoli di pittura veneziana (1946). Terza edizione, Firenze 1985, fig. 159 e p. 238 (nota alle tavole); R. Pallucchini, Piazzetta, Milano 1956, p. 39 e fig. 93; R. Pallucchini, Miscellanea piazzettesca, in “Arte Veneta” XXII, 1968, p. 123; U. Ruggeri, Francesco Capella detto Daggiù; dipinti e disegni, Bergamo 1977, p. 174; L. Jones, The Paintings of Giovan Battista Piazzetta. Ph. D. Diss., New York University, 1981, II, p. 74, n. 21; III, fig. 106; R. Pallucchini, L’opera completa del Piazzetta. Apparati critici e filologici di A. Mariuz, Milano, Rizzoli, 1982, 140
Referenze Fotografiche
Fondazione Giorgio Cini Onlus, Fondo Pallucchini, scheda 492166
Fig. 1 Giovan Battista Piazzetta, Ritratto del conte Gasparo Campo, Rovigo, Accademia dei Concordi
La bella tela qui offerta fu pubblicata per la prima volta da Roberto Longhi nel celebre commento alla mostra “Cinque secoli di pittura veneziana” organizzata a Venezia da Rodolfo Pallucchini subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale; oltre a rimandare ai dipinti in mostra, il saggio era illustrato da una selezione di opere significative degli artisti citati e per lo più inedite. Il nostro dipinto, allora in collezione privata a Genova, veniva descritto come proveniente dalla collezione Campo di Rovigo, dove Francesco Bartoli lo aveva potuto vedere alla fine del Settecento
In casa Campo alla SS. Trinità Bartoli (1793) ricorda appunto un quadro di Piazzetta raffigurante “Maria Vergine col suo Bambino sopra un povero letticello riposto”, eseguito per il nobile Lodovico Campo, e così celebre da essere replicato “per proprio diletto” dal “nobile Signore Giovanni Campanari” che ne possedeva la copia nel proprio palazzo (p. 186).
Come riferiscono documenti inediti citati da Franca Zava Boccazzi (Pittoni. L’opera completa, Venezia 1979, p. 158) una Madonna del Piazzetta è in effetti specificamente citata nel testamento di Lodovico Campo (1766). Accertati rapporti tra l’artista veneziano e il nobile rodigino, che alla metà degli anni Quaranta commise al Piazzetta il ritratto celebrativo del conte Gaspare Campo, fondatore dell’Accademia dei Concordi, destinato alla sede di quest’ultima, confermano una datazione del nostro dipinto poco dopo il 1743, come proposto da Rodolfo Pallucchini in base a considerazioni stilistiche.
Ripetutamente citato e riprodotto dalla letteratura specializzata, il nostro dipinto è stato talvolta confuso con una sua replica comparsa a un’asta di Sotheby’s a Londra (8 dicembre 1976, n. 93) con un’attribuzione a Francesco Capella che ne lasciava intuire la probabile esecuzione nella bottega del Piazzetta.
Sicuramente riferibile alla bottega è poi una terza versione di ubicazione ignota ma documentata da una fotografia presso la Fondazione Cini di Venezia, che differisce dalle altre due anche per la presenza di un numero di inventario, 86, dipinto a vernice chiara in basso a destra e, per il momento, privo di corrispondenza con inventari noti.
Situato da Pallucchini agli inizi di una nuova fase nella carriera del pittore veneziano, distinta da composizioni più misurate, volumi definiti da contorni precisi e un chiaroscuro più accentuato, il nostro dipinto è accostato dallo studioso ad altre invenzioni destinate alla devozione privata, quale il Sant’Antonio in adorazione del Bambino nella Galleria di Zagabria (Pallucchini, 1956, fig. 92) o la Madonna con San Giuseppe in adorazione del Bambino di raccolta privata (ibidem, fig. 94), unite alla nostra Madonna anche dalla dolcezza dei sentimenti espressi.
Note biografiche
Figlio di un intagliatore in legno, Giovan Battista Piazzetta nacque a Venezia nel 1682. Dopo una prima formazione nella bottega paterna e in quella del poco noto Silvestro Manaigo, passò nel 1697 alla scuola di Antonio Molinari. Fondamentale il viaggio a Bologna e il contatto con Giuseppe Maria Crespi avvenuto prima del 1711, anno in cui risulta iscritto alla Fraglia dei pittori veneziani. Tra le prime tappe di una fortunata carriera pubblica, la pala per la Scuola dell’Angelo Custode, del 1717-18, seguita dall’Arresto di San Giacomo dipinto per la chiesa di San Stae, capolavoro giovanile dell’artista, e ancora dalla Gloria di San Domenico per quella dei SS. Giovanni e Paolo. Membro dell’Accademia Clementina di Bologna nel 1727 quale riconoscimento di una notorietà che varcava i confini della città natale, Piazzetta si distinse anche per la felice ed innovativa produzione di soggetto profano e di destinazione privata nella quale dopo il 1740 fu coadiuvato dagli allievi. Altrettanto notevole il corpus di disegni e incisioni, queste ultime legate al vivacissimo ambiente dell’editoria veneziana con cui collaborò fin dal 1724. Tra i principali clienti dell’artista è opportuno ricordare il Maresciallo Matthias von Schulenburgh, celebrato collezionista di cui Giovan Battista Piazzetta fu consulente artistico fra il 1738 e il 1745, oltre ad eseguire per lui non meno di tredici dipinti a olio e diciannove splendidi disegni. Nominato nel 1750 direttore della Scuola di Nudo dell’Accademia di Venezia, Piazzetta concluse la sua carriera con qualche difficoltà e morì a Venezia nel 1754.