Cm 11,5x20x1,5.
La preziosa raffigurazione si inserisce, come scrive Alessandra Giannetti nella scheda critica che accompagna l’opera nella produzione di “...riduzioni di [...] prototipi antichi, nell’ambito di un colto collezionismo privato, gustato all’interno di piccoli studioli...” e prosegue “...ricercare l’artefice del nostro rilievo tra quella nutrita schiera di scultori che nella prima metà del cinquecento erano in grado di coniugare la conoscenza della coeva produzione artistica romana con quella della propria area patavina o milanese” concludendo “ la quale sarà dunque da ritenersi prodotta per mano di un’artista che, a differenza del Cattaneo, sembrava prediligere l’intaglio miniaturistico nella preziosità di una materia opalescente, ma che come lui, aveva pienamente maturato i caratteri classicisti del manierismo padano”.