CAPITELLO FIGURATO, TOSCANA, FINE SECOLO XII - INIZIO SECOLO XIII
in pietra sedimentaria alveolata, cm 37x92x60
L'opera è corredata da parere scritto di Andrea Franci di cui riportiamo il testo:
Il capitello presenta uno sviluppo rettangolare e decorazioni che richiamano l'ordine ionico, ma sono presenti pure elementi del corinzio come le foglie d'acanto poste agli angoli. Sui lati lunghi nella zona inferiore, potremmo dire l'echino, si vedono le parti che richiamano lo ionico: ampie volute alle estremità laterali e una modanatura con ovoli. Riferendoci sempre ai lati maggiori, la zona superiore, vale a dire l'abaco, da una parte è totalmente priva di decorazione, dall'altra mostra al centro una foglia attorniata da due racemi che si distendono specularmente. Sui lati corti la parte inferiore è costituita da un rocchetto formato da piccole foglie lanceolate che sono strette al centro da un balteo, quella superiore è caratterizzata invece da un volto da cui fuoriescono due racemi. In un caso il viso presenta una capigliatura ricciuta e i fusti vegetali che ne seguono la sagoma arrivano quasi a formare un circolo; nell'altro la faccia è capovolta e, oltre alla capigliatura con ricci, è dotata di una corta barba e la lingua è protesa in avanti. In tale figura i racemi che escono dalla bocca seguono la forma del volto fino all'altezza delle orecchie ma poi se ne distaccano leggermente. Il fatto che uno dei due lati lunghi non sia scolpito fa ritenere che questa parte del capitello potesse essere rivolta verso una parete.
Il motivo dei tralci che hanno origine dalla bocca di volti umani si riscontra nel corso del XII secolo e di quello successivo, con una certa frequenza, in area pisana e lucchese sia nella scultura che nella miniatura. A questo riguardo un confronto interessante può essere quello con alcune immagini della Bibbia di Calci, datata 1168 e realizzata per il monastero-parrocchia di San Vito a Pisa (II, c. 118v; IV, c. 34v), ma troviamo un'altra immagine di questo tipo anche in un codice che si ritiene possa provenire dalla chiesa lucchese di San Michele a Guamo (Roma, Biblioteca Vaticana, pal. lat. c.3 v).
La raffigurazione di un volto dalla cui bocca fuoriescono racemi è frequente nella scultura lucchese medievale; ve ne sono esempi nelle chiese di San Cristoforo, San Giusto, Santa Maria Forisportam, ma soprattutto se ne trovano sulla facciata della Cattedrale, la cui decorazione iniziò nel 1204. Qui possiamo vedere sia il tipo di volto caratterizzato da tralci che lo circondano e costituiscono un circolosia quello in cui il viso è rovesciato.
Le caratteristiche di questo capitello, le sue particolarità iconografiche assieme alla ricchezza di richiami alla tradizione degli ordini archintettonici greci ne fanno un'opera collocabile nell'area della Toscana occidentale e databile tra la fine del XII secolo e la prima parte del XIII secolo.