Olio su tela, cm. 78,5x64
Di ascendenza marcatamente vandyckiana (Antoon van Dyck, 1599-1641), questo ritratto di giovane potrebbe essere opera di un pittore inglese del XVIII secolo. Il tipo di inquadratura, la raffinata posa delle mani, ambedue indicanti il cartiglio, sembrerebbero rimandare ai ritratti del periodo 1622-30 ca., come il suggestivo Autoritratto dell'Alte Pinakothek di Monaco (n. 257), quelli di Raffaele Raggi, Washington National Gallery, e di Ottaviano Canevari, New York, Frick Collection (n. 310), e il Ritratto di artista, Londra, National Gallery (n. 386).
Il paragone con i ritratti più tardi, dal 1625 al 1632, pare meno convincente. L'influsso di Van Dyck è stato così grande sui pittori dalla seconda metà del XVII secolo a tutto il XVIII, che pare innegabile anche in questo caso. Il motto latino scritto nel cartiglio che l'effigiato tiene nella mano destra Illus quodquid era semper tua dicat [...] Vita vota fata potrebbe alludere all'identità del medesimo.
La cornice intagliata e dorata antica, ma non pertinente al dipinto, reca al retro sul telaio la scritta Anno 1679 - D.A.S.I..
Bibliografia di riferimento
L'opera completa di Van Dyck 1613 - 1641, 2 volumi, presentazione e apparati critici e filologici di Erik Larsen, Rizzoli, Milano, 1980, vol 1, nn. 257, 310, 386, 456, vol 2, nn. 529, 656.