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KOVSH, MOSCA 1763 CIRCA, ARGENTIERE JAKOW SEMENOV MASLENNIKOV, SAGGIATORE PETROV [..]
KOVSH, MOSCA 1763 CIRCA, ARGENTIERE JAKOW SEMENOV MASLENNIKOV, SAGGIATORE PETROV FIODOR ALDERMAN
in argento dorato.
Il manico sbalzato e cesellato ha la parte terminante con la corona imperiale che sormonta il monogramma di Caterina II. Il punto in cui si attacca al Kovsh ha un decoro a sbalzo di fiori, frutta e cartigli.
All’interno il blasone dei Romanov raffigurante l’aquila bicefala coronata che trattiene il globo e l scettro tra gli artigli. Sul corpo dell’aquila la raffigurazione di San Giorgio e il drago e la Croce di Sant'Andrea. Intorno l'inscrizione per fede e fedeltà.
La parte esterna è decorata dal busto di Caterina II la Grande e da sette riserve contenenti iscrizioni in cirillico che tradotta riporta la seguente dedica: “Per grazia divina, Noi, Caterina II, Imperatrice di tutte le Russie…..abbiamo regalato questo Kovsh ad Diac Ivan Artemev, figlio di Janov, per il suo fedele servizio a capo dell’Esercito del Don. Nel 5 febbraio 1763 a Mosca”
Provenienza:
Galleria Mazzoleni, Milano
Collezione Veneta
Esposizioni:
Mostra di icone e argenteria russa, Milano, 1972, catalogo p. 142
Bibliografia di confronto:
Der Russischen Gold- und Silbermarken, Monaco, 1971, p. 56, n. 1043
Jakov Maslennikov nacque da una famiglia di mercanti originari di Yuriev-Polisky nella provincia di Vladimir.
Svolse la sua attività di argentiere presso la bottega di Vasily Matveyev Kunkin a Mosca dal 1748 al 1758. Aprì la sua bottega nel 1758 e incentrò la sua produzione sulle commissioni provenienti dalle nobili famiglie russe.
L'uso del kovsh risale al X secolo, quando, realizzati in legno,venivano usati come oggetti per servire l'idromele. Dal 1300 circa iniziò la produzione anche in metallo e alcuni esemplari vennero decorati da motivi contadini.
L’uso del kovsh perse il suo ruolo puramente funzionale di oggetto per bere nel corso del XVIII secolo. Infatti è in questo periodo storico che da oggetto d'uso divenne oggetto di rappresentanza. I nobili russi ne facevano dono a coloro che si distinguevano per azioni valorose sia in battaglie che in servizi diplomatici o commerciali.
A tal proposito, come si è visto nel kovsh qui proposto, si può citare quello conservato al Walters Art Museum di Baltimora realizzato nel 1758, per volere di Elisabetta I di Russia, dall'argentiere Vasilli Matveev Kunkin (1726-1761). Le iscrizioni ricordano come Elisabetta I di Russia decise di farne dono all'armatore Konan Saveschkov, distintosi per i rapporti commerciali con l'esercito russo. (Fig.1)