Giuseppe Abbati
(Napoli 1836 - Firenze 1868)
LUNGO L'ARNO
olio su tela, cm 31x77
firmato in basso a sinistra
retro: cartiglio e timbri della Bottega d'Arte di Montecatini Terme - Livorno, iscritto Dono all'amico Dott. B. Bellani e G. Abbati / Lungo l'Arno
Provenienza
Bottega d'Arte, Montecatini Terme - Livorno
Collezione privata
Bibliografia
Catalogo Bolaffi della Pittura Italiana dell'Ottocento. 3, Torino 1970
Altra sorgente d'intensa emozione poetica sono per Giuseppe Abbati le rive dell'Arno, in località Bellariva. Sin dal primo costituirsi della cosiddetta scuola di Piagentina, Abbati prese parte alle esperienze che Lega, Signorini, Borrani, Sernesi conducevano in quella zona, allora semiurbana di Firenze, corrispondente oggi a un tratto del lungarno Colombo e dunque pressoché irriconoscibile, se non fosse per la mole quattrocentesca della Casaccia, più volte danneggiata dalle piene dell' Arno e quindi ricostruita [...]. Quanto furono piene di passione, di entusiasmo, di attività febbrile, quelle belle giornate passate (...) in quel piccolo e studioso cenacolo di amici (...) E quali deliziose giornate furono quelle passate dipingendo lungo le arginature dell'Affrico, o fra i pioppi sulle rive dell'Arno... ricordava molti anni più tardi Signorini. Di questa consentimentalità è prova il piccolo dipinto di Telemaco Signorini di analogo soggetto, realizzato con quella particolare morbidezza, con quella fusione di toni che ci pare peculiare anche del nucleo di opere di mano di Abbati, cui appartiene L'Arno alla Casaccia.
(Giuseppe Abbati, 1836-1868, catalogo della mostra (14 luglio - 14 ottobre 2001) a cura di F. Dini e C. Sisi, Torino 2001, pp. 30-31)
Il dipinto che qui presentiamo si colloca stilisticamente e cronologicamente in questo momento di produzione dell'artista napoletano. Si confronti ad esempio con opere quali L'Arno alla Casaccia (olio su tela, cm 27x38, in Giuseppe Abbati, 1836-1868..., n. 18) per il profilo delle colline fiorentine che appaiono sullo sfondo del dipinto, e L'Arno alla Casaccia conservato alla Pinacoteca Provinciale di Bari, dove le argentee trasparenze sembrano rarefarsi al sole del mattino.