cm 20x20x55La scultura raffigura una donna forte e certa, stante, con in braccio un fanciullo ed un secondo tenuto per mano. Non ci sono dubbi che la raffigurazione si riferisca alla virtu’ della Carità. Questa personificazione fu utilizzata a partire dal XVI secolo per decorare i monumenti funebri dei grandi uomini politici e di Chiesa, a significare la loro propensione a lavorare per il bene della società in cui operavano. Soprattutto nella scultura del Regno di Napoli se ne trovano molti esempi: la maggior parte di queste hanno dentro un’impronta classica molto forte. La nostra scultura tuttavia presenta una spinta creativa ulteriore: le forme dense del panneggio e la potenza delle membra, tipicamente manieristiche, fanno infatti pensare anche a quella parte di scultura spagnola, che proprio grazie al manierismo italiano ha poi raggiunto i suoi apici. Due dei suoi protagonisti pirincipali, Bartolomé Ordonez e Diego de Siloe hanno vissuto molto tempo a Napoli all’inizio del secolo, entrando in contatto con il mondo degli scultori Lombardi e toscani che a Napoli come loro lavoravano. In pittura un’esperienza analoga stava accadendo a Pietro Machuca nella Roma di Raffaello. Di mano dello stesso Bartolomé Ordonez sono alcune sculture che ricordano la nostra: su tutte il San Matteo della Chiesa di San Pietro Martire a Napoli. Altre Carità dello stesso autore si possono trovare in Spagna: quella del sepolcro di Bernat Vilamri a Monserrat, e la Madonna con Bambino della cattedrale di Zamora (di ispirazione quasi gaginesca).