Il Maître Horloger che ha dedicato tutta la sua vita a raccogliere attorno a sé pezzi su pezzi, forse non sarebbe stato pienamente d’accordo con la densa massima di Mackay. Il personaggio di cui si parla ha infatti destinato ogni lira risparmiata per circondarsi di strumenti dedicati a scandire minuti. Compagni non sempre silenziosi, ma discreti, di un’operosa esistenza. Schierati per decenni come soldati lungo i piani intarsiati di un cassettone o di una libreria, affacciato prestigiosamente in bilico sulla sporgenza di una mensola, oggi finalmente rompono i ranghi, lasciano le loro postazioni per affiancare nuovi padroni a cui obbedire, nuovi generali che sappiano guidarli, secondo dopo secondo, ora dopo ora, alla conquista del bene più ineffabile, più prezioso e affascinante che esista: il tempo.
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