Olio su tavola centinata, cm. 9,5x47 ognuno
Nell'inventario manoscritto Raccolta dei Quadri esistenti nel Palazzo del Mse. Strozzi Sacrati in Ferrara e da lui stesso formata nel 1850 redatto appunto intorno a quegli anni, le due precedenti tavole sono state così decritte: Numero del Quadro: 7 ed 8, Dosso Dossi, 1540, Tavola, Arabeschi con Sirene. Idem.
Gran parte delle attribuzioni contenute in detto inventario risultano corrette e furono riprese in occasione della grande mostra sulla pittura ferrarese nel 1933, alla quale furono esposti diversi dipinti della raccolta Strozzi Sacrati; si veda ad esempio L'orazione nell'orto di Domenico Panetti, pp. 146-47, n. 178 del catalogo, ove si cita espressamente l'inventario sopra ricordato. La stessa data, 1540, risulta interessante, in quanto in quell'anno, tardo nell'attività di Battista e Dosso Dossi poiché il secondo muore nel 1542 e il primo nel 1548, i due fratelli ricevono pagamenti per diverse decorazioni su legno, come ad esempio un cocchio (si veda in Mezzetti, p. 66).
Si può anche notare, dal punto di vista stilistico, che i mascheroni a testa di vecchio barbuto, dalle cui bocche escono le ghirlande rosse, sono molto vicini sia alla testa del Diavolo nel dipinto Madonna e i Santi Giorgio e Michele, Modena, Galleria Estense (Mezzetti, tav. 28), sia alla testa del Diavolo del San Michele di Battista Dossi alla Gemäldegalerie di Dresda (Gibbons, tav. 149, cat. 122).
L'analisi stilistica delle figure sembra invece indicare nel Bastianino l'autore delle quattro tavolette.
In particolare la forma dei volti e dei corpi, la tipologia degli occhi puntiformi, il modo stesso della stesura del colore, mostrano analogie strettissime con i pannelli decorativi dello Stanzino delle Duchesse, Ferrara, Municipio (Arcangeli, pp. 64-65, nn. 54-60, figg. 14, 15b, 16a, 16b, 17b, tavv. II, III, IV).
Si deve notare che anche per queste decorazioni la tradizione critica fino all'Ottocento faceva il nome del Dosso, poiché elementi formali sembravano rimandare a tale pittore, e in base anche alla committenza estense.
La datazione dei dipinti dovrebbe quindi essere spostata al 1580 circa, stando le committenze.
I quattro pannelli sembrano essere appartenuti ad uno strumento musicale, liuto o spinetta. A questo proposito si ricordi la decorazione della Arpa Estense, ora restituita a Cammillo Filippi, padre dell'artista, e al Bastianino stesso.
Cammillo Filippi risulta aver lavorato insieme a Battista Dossi negli anni 1537-1548.
Per le figure dei pannelli dello Stanzino delle Duchesse, strettamente affini alle nostre, si veda quella di Minerva, e dell'Abbondanza (Arcangeli, tavv. II, III, IV).
Bibliografia di riferimento
Francesco Arcangeli, Il Bastianino, Cassa di Risparmio di Ferrara, 1963;
Amalia Mezzetti, Il Dosso e Battista Ferraresi, Cassa di Risparmio di Ferrara, 1965;
Felton Gibbons, Dosso and Battista Dossi Court Painters at Ferrara, Princeton, 1968;
Bastianino. La pittura a Ferrara nel secondo Cinquecento, catalogo della mostra, Bologna, 1985.